mercoledì 7 novembre 2007

Russia 7/11/1917: la improbabile rivoluzione

Mi perdoneranno i puristi del leninismo ma mi immagino in un'ilprobabile al di là Lenin e Marx a discutere furiosamente fra loro e soprattutto Karletto che gli dice: hai fatto un casino con le mie idee e non doveva esserci là la rivoluzione ma in Inghilterra!! A parte ciò nonostante tutto è stato un'avvenimento epocale che ha creato aspettative e finchè la lotta di potere non ha portato il dittatore stalin al potere poteva anche riuscire l'esperimento: invece come accade spesso nelle storia della razza antropomofa chiamata "uomo" la natura prevaricatrice ha avuto il sopravvento e quel paese è diventato quello che si consoce dagli archivi e dalla storia: anche se non tutto è, come in ogni cosa, da buttare (se si guarda non con occhi idelogizzati ma realtivamente oggettivi), perchè ha trasformato un paese dove vigeva ancora la servitù della gleba in un paese industriale che per decenni ha fatto competizione politica/ecnomica con gli USA liberisti. Dov'è, a mio parere, l'errore? E' nella interpretazione del pensiero di Marx: spesso gli "ismi" vanno al di là della volontà dell'estensore e anche in questo caso è ciò che è accaduto. Marx, e prendo ad esame l'opera "matura" cioè il Capitale (non interamente scritta da lui ma da Engels la parte finale) e tralasciuo il resto perchè nel percorso di qualunque filosofo ed economista c'è un'inizio ed un apice dove si sintetizza tutto ed il Capitale appunto è la sintesi matura di questo pensatore. Dov'è la divaricazioe? Nell'immaginare di trasporre un'idea che era nata osservando le economie di allora in un paese medievale e feudale e non come affermava Marx in un paese capitalista avanzato. E non solo del pensiero sono state anche prese (e "aggiornate alla Russia") alcune idee come quella del partito avanguardia che si sarebbe dovuto sciogliere al momento della maturazione della società cosa che invece non è avvenuta anzi al contrario Lenin elaborò una derivata che prevedeva il partito operaio, piccolo e strutturato, come avanguardia "professionale" del proletariato che non si poteva sciolgiere finchè tutto fosse pervaso dalla medesima rivoluzione. Ciò ha significato oltre che un duro scontro con la parte effettivamente rivoluzionaria, rappresentata da Trotski, anche la cristallizzazione della struttura burocratica sulla quale ha poggiato il potere staliniano. Quindi come si sa basta adattare un principio perchè il signifcato originario dell'idea cambi completamente e se ne perda l'apporto ed è quello che è accaduto inn Russia, appunto.Il punto è: Marx è un'economista e filosofo che preconizzò la crisi delle economie capitalistiche sulla base dell'andamento del profitto che aveva bisogno di crescere in maniera esponenziale per reggere il sistema restringendo progressivamente la base sia di consenso che socio-economica (ed è esattamente quello che accade oggi se ci si riflette oggettivamente con il liberismo); Lenin preso dalla necessità di mantenere il potere riadattò il pensiero di marx alla situazione russa: ma è ancora il pensiero di MArx questo E soprattutto, visto come è andata, è davvero quella la strada per costruzione della società dei bisogni e non dei consumi?

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