sabato 31 maggio 2008

Nuova Costituzione europea: la lega non ci sta

Una prima incrinatura nella "granitica" maggioranza uscita vincente dalle elezioni potrebbe venire in seguito all'approvazione della nuova Costituzione europea; infatti pur avendo votato con "riserva" ha già annunciato che presenterà un disegno di legge per far tenere un referendum in materia (in Italia i trattati internazionali non possono essere sottoposti a referendum): nella maggioranza non poca irritazione è trapelata. Si deve dire che in Parlamento una maggioranza favorevole in materia c'è ed è ampissima andando dal PD al PdL, in pratica tutta la borghesia finanziaria, globalizzata e arricchita che ha tratto vantaggio dall'Europa. La Lega in questo caso sembra fuori dal coro ma questo non dovrebbe stupire perchè come movimento localistico, potenzialmente secessionistico, con accenti un poketto razzisti, e anti-statalista mal sopporterebbe di dover sottostare anche a poteri sovranazionali di tal fatta che possono limitare, e di molto, il peso specifico della minoranza "rumorosa" che essa rappresenta: fra le altre cose è anche costretta ad agire in questo modo perchè buona parte del suo elettorato è parte del ceto (usando un termine di Ostellino) "sconfitto", o comunque a rischio di perdere quel poco che ha dal processo globalizzativo e quindi diventa a questo punto anche questione di sopravvivenza oltrechè politica anche economica e di sopravvivenza e che alle ultime elezioni ha proprio votato per questo movimento e se non fa nulla rischia di sparire dalla scena politica. Personalmente, ma per motivi diversi e direi opposti, non posso che essere d'accordo con la Lega. Se si tiene presente che uno dei padri della moderna Europa, Spinelli, non riconobbe il Trattato perchè non presupponeva la partecipazione elettorale ma l'accordo di vertice fra le oligarchie si comprende come "questa" Europa è quanto di più lontano da un'Europa sociale e politica cui tutti dovrebbero, e avrebbero diritto, a contribuire nella sua costruzione. Non è un'Europa "popolare" questa; non ne ha le caratteristiche; è piuttosto quell'Europa liberista, concorrente degli USA, che mira solo a creare maggiori diseguaglianze e miseria fra i meno fortunati (salvo poi inventarsi qualche programma di assistenza "compassionevole" che fa danni maggiori del non far nulla) e arricchire chi già sta bene. La gioia di Monti l'incubo di milioni di italiani che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, per intendersi. Nessuno, spero, crede alla befana e alla panacea propagandistica appioppataci in questi anni e molti hanno già scoperto sulla loro pelle cosa significa "l'Europa" quando interviene in certe materie per fare l'interesse delle multinazionali (qualche commissario prima era consulente di multinazionali, pensa un pò), oppure quando stabilisce le quote sopra e sotto le quali una certa produzione non può andare (alla faccia del mercato ), oppure ancora quando impedisce comportamenti affermatasi nella tradizione popolare del luogo ecc., e si capisce anche come essa sia un comodo rifugio per i politici incapaci che quando si tratta di dover giustificare una qualche loro decisione impopolare la tirano in ballo e fanno intendere che non ci possono far nulla: come se non si sapesse che quando si tratta su una materia non c'è solo la discussione parlamentare ma anche la trattativa fra Governi, e quindi, loro dov'erano, a sonnecchiare e a prendersi i soldi delle diarie? A pelle un sentimento ostile a questa Europa è presente non solo in Italia ma anche in altri paesi (i referendum di qualche tempo fa ne sono una testimonianza) e che com'è ora non piaccia a nessuno è cosa nota nelle buie stanze del potere (e credo anche che la Lega nella società reale troverà orecchie molto attente e favorevoli all'argomento) e si può comprendere il timore che le oligarchie hanno nel vedere morire per la seconda volta la loro orrenda creatura che ci vogliono imporre a forza: se passerà il referendum credo che ci saranno sorprese, e sarà anche una bella prova di democrazia cosa che, come siamo messi male nel nostro paese, non guasta mai

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