venerdì 6 febbraio 2009

Caso Englaro: lo scontro risale i vertici istituzionali

E' ormai al calor bianco lo scontro che sta spaccando l'Italia praticamente in due sul caso Englaro: da un lato la Chiesa (e ora il Governo), dall'altro Il Capo dello Stato (e, sorpresa, il Presidente della Camera che suona come una lieta sorpresa) ma soprattutto (quello che ne rimane) la società civile e laica più le non molte personalità che hanno avuto il coraggio di dire la propria in merito, spesso sommessamente. Da un lato uno Stato straniero che è connotato da teocrazia e per nulla democratico che ha schierato le sue truppe e gli ultras, dall'altro la residua società laica che ha solo la parola e la forza della ragione, delle sentenze definitive, e della scienza dalla loro. Il Governo ha dapprima cercato di tenersi fuori dalla diatriba (tranne qualche Ministro che ha provato, e prova ancora, a fermare il processo) ma ora è sceso pesantemente in campo dal lato della Chiesa tentando prima con decreto legge (respinto dal Capo dello Stato) e poi con un disegno di legge che dovrebbe essere approvato a tempo di record per fermare il processo: c'è solo un piccolo, ma per il nostro Capo del Governo molto significativo, particolare ossia i sondaggi che dicono che gli italiani sono a favore della famiglia Englaro; una cosa non da poco conto vista l'importanza che essi rivestono oggi nella politica italiana. Tralasciando i toni forti usati se ne ricava che nel nostro paese contano di più le "pressioni" di Oltretevere che il comune sentire della gente? Pare di sì. Ma mi chiedo se il caso Englaro sia davvero così "fondamentale" per il nostro paese che ha milel e più urgenti problemi? Non c'è la crisi che distrugge posti di lavoro? E come mai tanta rapidità per una tragedia che si trascina da 17 anni e che ha avuto una sentenza passata in giudicato (che in base al nostro ordinamento non può più essere modifcata se non per il futuro) che ha stabilito il diritto (peraltro costituzionalmente garantito) a disporre della propria persona in vita ma, soprattutto, alla fine di essa? Il filosofo Severino dice che il cosiddetto concetto di dono (molto pubblicizzato in questo periodo) ha degli aspetti che sono contraddittori e che possono rivolgersi proprio contro i suoi sostenitori a oltranza e sarebbe meglio non approfondire perchè creerebbe più problemi ai suoi propugnatori che ai suoi detrattori. Ci si attendeva reali interventi per i meno abbienti che finora hanno visto "solo" social card e pochi spicciolotti anche a suon di decreti legge mentre stasera si è consumata una frattura pericolosissima: si è tentato per via di decretazione di annullare una sentenza definitiva, una cosa che mette in discussione lo stesso Stato e tutti i principi su cui esso si basa (ce ne sono state altre ma questa è grossa) e denota la considerazione nella quale è tenuto il disposto della massima Magistratura ma soprattutto il comune sentire della gente soprattutto come facilmente ci si passa sopra quandosi sente il rintocco della campana "oltreteverina" che richiama all'ordine. Lo scivolo sul quale sta finendo l'Italia è realmente preoccupante e pone uno spartiacque netto che rende impossibile qualunque dialogo fra le parti e scopre quale sia il reale disegno egemone che ci grava addosso e il pericolo che tutti corriamo: nati sotto uno Stato democratico (anche se a sovranità limitata vista l'incipiente guerra fredda) rischiamo di invecchiare e morire, se ce lo permettono, in una teocrazia di stampo iraniano.............

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