giovedì 11 giugno 2009

un Grillo in Parlamento......

Mai come ora ho apprezzato Grillo. Non tanto perchè ha rivolto insulti e contumelie ma perchè ha messo il dito sulla piaga dell'anomalia dell'anomalia italiana: un Parlamento ostaggio delle vicende dei singoli da un lato mentre dall'altro sono stati "nominati" da una ristretta cerchia di persone all'interno dei vari partiti. Mentre tutti predicano, e impongono, la meritocrazia come faro sociale (in realtà meritocrazia è un falso termine perchè qualcuno mi deve ancora spiegare come si fa a stabilire che uomini possano dichiarare "meritevoli" altri se spesso per prima loro non vi sono passati e sono lì per "altri" meriti non tutti "meritevoli") per loro ciò non esiste: sono al di sopra. In cima poi c'è il campione di tutti che ora pontifica, e fa pontificare, parlando e straparlando su tutto e tutti mentre contemporaneamente fa levare gli sgravi fiscali ai cittadini abruzzesi non appartenenti ai comuni del cratere del terremoto; oppure quando, in nome della libertà e della privacy, costringe il Parlamento ad approvare il ddl sulle intercettazioni (le mafie ringrazieranno sicuramente e non solo quelle criminali ma soprattutto quelel economico/finanziarie per non dire nulla di quelle politiche basate sui sistemi clientelari) finendo per consegnarsi, e consegnare l'intero paese, ad un partito regionale che ha appena il 10% dei voti: la Lega che ringrazia e incassa il federalismo fiscale che ci costerà molto di più di quanto costi lo Stato ora; oppure, infine, quando, a fronte di cose personali (per molto meno si è dimesso lo Speaker dei Comuni inglese) ne fa un momento politico nel classico gioco del vittimismo nel quale è maestro. Ecco l'Italia contro cui Grillo si scaglia. Come dargli torto?

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