lunedì 1 ottobre 2012

Chi ha paura di Virginia .... oops Naomi?

No, non parlo di Virginia Woolf .. ma di un altra Virginia che si chiama Naomi, Naomi Wolf e del suo  Vagina. A new Biography che ..... fa discutere; fa discutere intellettuali, femministe, critici, lettori e lettrici, ma perché? Cha avrà mai scritto questa donna da far insorgere il fior fiore della materia grigia, a pagamento o meno. esistente sul pianeta e addirittura far rispolverare dal museo delle cere alcuni/e sagome del veteromaschilismo e del suo opposto ossia del veterofemminismo? La "Nostra" parla ... della vagina, si proprio l'organo sessuale femminile e delle ricerche ultime fatte su di lei: niente, forse, a che vedere con i mitici "vagina dialogues" che ognuno che non consideri le donne solo "buone distese (salvo poi scoprire, anche in prima persona, in gioventù, che era la stessa cosa che pensavano dei maschi ... strana simmetria) .. e mai in piedi perché il sangue non affluisce dove serve.." ha visto o letto o ascoltato o ... fate voi. Ebbene qual'é il peccato originale del libro? Che "la rappresentazione dell'organo femminile fatta dall'autrice sia troppo meccanicistica e troppo basata sulla morfologia dell'organo". Attorno a quest'idea si sono scatenate polemiche e discussione, spesso annosissime (e forse anche un tantino noiose) che, a leggere l'articolo, mi ricordano tantissimo le discussione sul principio del Cristo e se "era proprietario o meno dei panni che portava addosso" così ben descritte ne "il nome della rosa" di Umberto Eco. Non me ne vogliano le varie femministe perché credo che un pò di luce la dove non sempre c'é aiuta a capire e a comprendere il "mistero" che tanto assilla il mondo intellettual-femministico e quello che lo avversa e, soprattutto, la luce non la getta ... sull'organo in se ma proprio su un altro "mistero" ... quello che ruota intorno alla cosiddetta teoria dei generi (o dei ruoli), ossia i ruoli maschili e femminili quindi "il prodotto dei processi interattivi di costruzione e interpretazione" e ancora ".. vengono associati la teoria dei ruoli (di genere) e l'approccio costruttivista"; roba veramente forte mi pare che in pratica significa l'evoluzione, o meno a seconda dei periodi storici, dei rapporti fra uomini e donne all'interno delle società, tutto qui. Ebbene su questa cosa negli anni '80 le femministe americane, e nemmeno tutte (vedi Eirca Jong in "paura di volare"), c'hanno costruito proprio l'idea di "genere" e tutto quello che ciò ha comportato nell'elaborazione degli anni successivi e che porta le loro epigoni a definire "essenzialista" l'Autrice del libro solo perché .. ha fatto il punto dello stato dell'arte in materia di ... neuroscienze e loro applicazioni nel campo dell'orgasmo femminile: il peccato che avrebbe commesso é quello di "aver ricacciato il genere (..) nell'ambito del corpo femminile" visto che, sempre come si legge nell'articolo in questione, il pensiero femminista contemporaneo "crede", brutta parola, sia sempre, ovunque e comunque "socialmente costruito" ossia che "vale solo negli schemi mentali o nei comportamenti sociali": da queste basi nasce il, a mio parere, rivendicazionismo attuale di alcuni, peraltro marginali (perché nati per input esterni .. che so lettoni e boccacceschi particolari), gruppi di genere che fanno battaglie difensive e che arrivano a dire che "a prescinere non voteranno mai per un maschio"? Insomma questo libro mette a nudo, e per fortuna (sempre a mio parere), l'insostenibile leggerezza dell'attuale femminismo tutto basato sul rivendicazionismo separatista e primitivo facendogli cadere il "velo (...)" a volte ipocrita che nasconde di tutto di più: dall'arrivismo d'antan (e molto maschile) al "sindacalismo" corporativo fino a giungere all'apriorismo degli estremi che ha vita breve e tempestosa, ma soprattutto dannosa per le donne perché una volta smascherato mostra di non conoscere il proprio sé e, soprattutto, l'altro da sé: ideale, quindi, per una società liquida e hobbesian-liberista che "si compassionevolizza" quando accadono crimini efferati sulle donne ma poi un secondo dopo é già lì a rincorrere la successiva emergenza, o presunta tale, senza mai, mai, fermarsi a riflettere che non é, solo, una questione di generi ma di ..... ascolto (reciproco), rispetto reciproco (che dell'ascolto é la conseguenza) e di modelli sociali evoluti che nelle società "post" a prescindere mai si sentirebbero in dovere di analizzare quanta atomizzazione e anomia viene prodotta e non ne hanno nemmeno sentore ... perché non comprendono che una società non é una somma di individui che stipulano un contratto sociale ma l'insieme di tanti piccoli insiemi che hanno un terreno comune e un retaggio altrettanto comune e solo la conoscenza può tenerli insieme, non lo scagliarsi contro l'altro a priori immaginando, tipico di tutti gli estremismi  che solo se governo io le cose andranno meglio ......... peccato che puntualmente la storia gli ha sempre, ma sempre, dato torto: leggetelo questo libro perché piaccia o meno questa farà ancora per anni discutere di sé e non solo nei circoli di quelli che, a pagamento o meno, credono di essere nati per pensare.

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