Dal suo punto di vista le primarie "sono" l'avvio di una rinascita se il partito che le tiene segue una serie di regole, semplici e chiare:
- terreno politico condiviso da tutti (se un candidato é pro-Monti e un altro no non si possono confrontare a meno di non accettare entrambi che se uno vcince l'altro ne segue la linea);
- albo degli elettori da tenere dopo e non prima;
- singolo o doppio turno non cambia la sostanza;
- niente brogli;
- accettare anche candidati non di partito, sennò che primarie sono;
- infine che primarie sono se il segretario di partito, che per statuto é già candidato alla carica di Presidente del consiglio, si candida? Le primarie si fanno pensando all'esterno della struttura e non al suo interno come invece vorrebbero fare quelli del PD(menoelle) perché le primarie servono a eleggere, come negli USA (a proposito non é vero che le primarie le hanno inventate gli americani.... ma, udite udite, gli argentini ... seguiti dai cileni), persone a organi monocratici (presidenza del consiglio, presidenza della repubblica ecc.) e non candidati a un qualcosa di non ben definito.
E' bello sentire il come dovrebbe essere da uno dei tre gandi guru della politologia italica .... ma fa rabbia sapere che mentre lo diceva aveva di fronte il "gotha" locale proprio del partito cui si riferiva che dalle espressioni facciali già faceva capire che l'alibi del Prof gli serviva per i loro scopi, e giochi di potere locale (per nulla diversi da quelli nazionali), già preordinati e tesi al mantenimento del, loro, potere: locale o naizonale che sia.
Nel frattempo vi suggerisco di tener presente questo film-doc dal titolo "Brussel business" quando uscirà in italiano, e di cui qui vi dò un anteprima, perché apre uno squarcio su come le burocrazie, peraltro non elettive, sono filoguidate dalle lobby finanziarie di cui una recensione troverete a questo link
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