mercoledì 8 maggio 2013

quando il fatturato conta più della salute.....

Ieri, senza che vi siano state grandi proteste, ho acceso la luce sulla sanità toscana, la regione nella quale vivo (tralascio quella della mia origine, la campania, perchè ... è meglio quella di un qualunque paese del V° mondo), portandola come esempio di un teorema: come si fa a distruggere un modello per farne affermare un altro e guadagnarci sopra per se e per i propri "amici"? Ammetto che l'argomento non ha appassiona, i commenti son stati pochi, però è uno di quelli che dovrebbe provocare riflessioni e proteste e voti per quelli che vogliono invece mantenere il pubblico... idee non mancano, Gino Strada le ha:
“La sanità italiana era una delle migliori del mondo fino ad un paio di decenni fa. Anche fino a dieci anni fa continuava a reggere. Però era già in calo e alla fine è stato un calo progressivo. Oggi la sanità italiana è in crisi profonda.
Perché? Perché si è cominciato a trasformare gli ospedali, che devono essere luoghi ospitali, in aziende. Perché l’interesse non è più la salute della persona o la salute  della collettività, ma il fatturato.
Si è cominciato ad introdurre il rimborso a prestazione. Per chiunque lo faccia, che sia un ospedale così detto pubblico. Perché non esistono più. Perché gli ospedali pubblici oggi funzionano esattamente come gli ospedali privati convenzionati. Cioè rimborso a prestazione. Tot prestazioni fai, tot ti rimborso. Questo è socialmente pazzesco. Perché vuol dire incitare i medici alla delinquenza. Perché allora l’interesse del medico o della struttura non diventa la salute della persona, ma diventa quante prestazioni fai. Allora l’interesse è che la gente stia male. Così si possono fare più prestazioni. Anziché che la gente stia bene.
L’ideale per un pompiere è di non far niente tutto il giorno, perchè così vuol dire che non ci sono stati incendi.
Hanno introdotto i rimborsi a prestazione. Hanno introdotto i ticket. Hanno anche lì cancellato la costituzione.
I soldi? Molto semplice. Lo spiego subito. La sanità italiana costa 115 miliardi di euro l’anno. 30 miliardi, di questi 115, vanno in profitto. Cioè nelle tasche di investitori privati o in sprechi, maneggi e ruberie delle strutture così dette pubbliche. 30 miliardi all’anno è una manovra finanziaria. Con 30 miliardi all’anno si potrebbe investire in ricerca, strutture, in stipendi per i nostri infermieri, per esempio, che lavorano con grande passione e nella maggior parte dei casi guadagnano stipendi da fame. Si potrebbero investire. I soldi sono lì. Basta non rubarli. Basta non prenderli.
La sanità che ha dentro il profitto è una cosa che ci danneggia tutti. Perché prima o poi tutti quanti avremmo bisogni di cure mediche.
Io non farei nessuna nuova convenzione tra pubblico privato. E a scadenza non rinnoverei nessuna delle convenzioni esistenti. Il privato vuole fare il privato. Lo faccia. Ma con i soldi suoi. Perché il privato deve fare il privato con i soldi del pubblico”. (dal blog di antonio lomastro)
Come le ha, le idee chiare, il dr. Valerio Gennaro, il quale sul blog di Beppe Grillo ha fatto un post che definire interessante e preoccupante è dire semplicemente un eufemismo..... leggetelo anzi leggeteli perchè lo stesso medico mette un link nel post richiamando un altro suo post sul blog sugli anziani; è interessante il suo punto di vista: mentre la vita si allunga si è drasticamente ridotto il periodo di vita sano della popolazione, in particolare quella femminile...... di ben 9 anni da 71 a 62. Cosa significa? che il periodo della malattia e della disabilità nel nostro paese si è anticipato e ciò comporterà un aumento dei costi sociali e sanitari in un paese che invece sta facendo il percorso opposto: privatizzazione del sistema sanitario e distruzione di quello pubblico.
Siamo il paese che:
  1. manda la gente più tardi di tutti in pensione e con un assegno medio più basso;
  2. che ha perseguito scientemente una politica di denatalità spinta, riducendo anche le tutele della matermità e impedendo con una legislazione suicida che le giovani coppie abbiano le risorse economiche per fare programmi per il futuro, ivi compresi fare i figli;
  3. che ha messo su tipologie del lavoro che penalizzano le nuove generazioni rendendole povere per poterle meglio sfruttare in nome della competitività dell'economie e del costo del lavoro troppo alto;
  4. che ha, complici i sindacati e i partiti della pseudo-sinistra, praticamente azzerato la materia del lavoro in nome dell'attirare capitali esteri (cosa non vera perchè il vero problema è rappresentato dalle mafie e dalla mancanza di una politica industriale), per tacere della sicurezza;
  5. che ha privatizzato, giustamente, le compagnie telefoniche .. ed anche la rete che ora rischia di finire in mani cinesi; in questo modo, come aveva profetizzato Rifkin (che non ha mai fatto il profeta di professione ma l'economista e l'analista di trend), una buona metà della popolazione non sarebbe mai potuta entrare nello stato digitalizzato nè accedere a tutti i servizi che essa offre con un danno economico enorme per l'economia stessa.
  6. che ha privatizzato, previa trasformazione in macchina nella quale mettere i propri trombati e riciclati (con buonapace dei dipendenti), i servizi pubblici, tranne l'acqua ... per ora, per fare spazio al "privato" che è efficiente con i soldi pubblici naturalmente...
  7. ha distrutto una sanità che era fra le migliori del mondo occidentale e che lasciata in mano ai politici, e ai loro sodali i burocrati, è prima diventata fra le peggiori e ora è.. sparita per fare spazio alle case della Salute e al privato convenzionato, sempre con i soldi pubblici.........
.... vogliamo lasciargli fare il resto del lavoro, quel poco che rimane da fare, oppure cominicamo ad organizzarci per difendere questo e ricostruire il paese, magari mettendo in Parlamento dei boy scout e non i professionisti che finora ci hanno ridotto così?
La cosa che mi stupisce è che ci siano ancora dei bischeri che si affannano a difendere il loro partito d'appartenenza in nome di non si sa quale ideologia o sindrome di abbandono o chissà quale altra malattia infantile di cui spesso soffrono gli italioti..... dalla caduta dell'impero romano in poi.

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