lunedì 1 ottobre 2007

Il blogger "uomo" dell'anno?


Secondo il gornale Time l'uomo dell'anno sarà il "blogger", ossia l'individuo comune che tiene quello che una volta era il diario (pensieri, parole, e altro) e che ora fa direttamente concorrenza ai media del mainstream tadizionale con notizie, idee, battaglie, in una parola: un diretto concorrente che volontariamente, e di solito senza legarsi al carro di un potente, fornisce interpretazioni e notizie mettendo a volte a nudo i potenti. Naturalmente questo nel mondo; in Italia invece siamo amcora alle glitterate e ai diariucci personali e pochi sono quelli che davvero "contano" e hanno seguito sia in rete che nel mondo reale: uno di questi è Grillo ( http://beppegrillo.it/ ) che se queste clasifiche fossero fatte da noi davvero potrebbe essere eletto uomo dell'anno per il peso sociale e politico che ha senza nemmeno usare i media tradizionali; anzi al contrario proprio standone fuori ha vinto la battaglia della invisibilità mediatica e si può dire che oggi ha molto più peso di qualunque politico italiano (sia della destra demagogica che di quella democratica). Naturalmente gli inquadrati contesteranno quest'opinione: quelli del ParDem e della cosiddetta sinistra radicale temendo di perdere il loro serbatoio di voti, e quelli del futuro PdL (con annessi cespugli più o meno leghisti di qualcosa) perchè si propongono loro come "antipolitici" (categoria questa che NON esiste nella realtà della scienza politica ma che viene usata per esorcizzare qualunque non inquadrato outsider) e che si vedono sbalzati da essa e naturealmente anche questi temono di perdere voti. Ma è davvero così? In fieri naturalmente è così: Grillo e la blogosfera nelle sue varie articolazioni è davvero oggi il contrappeso e lo sfogatoio della società che non trova altro modo per far sentire la propria voce ed il controllo sulle magagne che la casta politica combina; ma (c'è sempre un ma) vista l'arretratezza del nostro paese (nei confronti di quelli più avanzati da questo punto di vista l'Italia soffre di un vero e proprio "digital divide") che ha ancora bisogno di dividersi in Guelfi e Ghibellini per sentirsi partecipi di qualcosa invece di scegliere scientemente in base a programmi e serietà dei candidati. Negli USA gli elettori spesso votano alla carica di Capo dello Stato per un candidato di un partito e per il Parlamento il candidato del partito opposto in modo da creare il cotrappeso fra loro e far funzionare la propria macchina democratica: solo con Bush questa regola è stata disattesa ma gli interrogativi sono tanti in proposito... qui da noi invece non è nemmeno lontanamente pensabile una cosa del genere. Anzi le spinte per stringere la vite sulla blogosfera sono enormi e mirano soprattutto e delimitarne il campo fino a soffocarla: per non parlare di chi prima parte come battitore libero e poi si pone al soldo del potente di turno (e ce ne sono.....). Sono in tanti a domandarsi chi c'è dietro il fenomeno "Grillo" e si fa tanta dietrologia (che è il vero sport nazionale) senza pensare che in realtà questo fenomeno è cresciuto oltre che per una riuscitissima operazione mediatica anche perchè realmente è rappresentativo di un malessere sociale che sarebbe esploso in altri modi se non ci fosse stato lui.

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