martedì 15 gennaio 2008

Il Papa all'Università? dov'è il problema?

Rovente la polemica è scoppiata alla notizia dell'invito del Rettore dell'Università romana rivolto a Papa Ratzinger a presenziare e tenere una prolusione per l'inaugurazione dell'Anno Accademico. Un'appello è stato rivolto affinchè si valutasse l'opportunità che venisse ritirato perchè, in seguito alle posizioni assunte di recente dalla Chiesa (che fra l'altro non ha mai riconosciuto gli errori su Galileo e Giordano Bruno) andavano in contrasto con la laicità dell'Ateneo. L'appello rivolto fa presente questo ma dice anche altro, molto altro, a proposito della intransigenza delle posizioni ecclesiali in materia di scienza e creazionismo nonché di preminenza della religione sulla stessa scienza ecc. Personalmente ritengo sia evidente la necessità di, invece di dare il fianco alle critiche degli integralisti donandogli l'occasione d'oro e la possibilità di farli parlare di fanatismo e intolleranza, di assumere un'atteggiamento aperto e tollerante dimostrando come la cultura italiana è capace di confrontarsi con l'intransigenza e la chiususra, anzi potrebbe essere stato un'occasione, persa con l'appello firmato dai 67 professori, di confronto dimostrando che non sono i laici ad essere intolleranti ma loro, nulla vieta infatti che dopo la prolusione uno si alzi e critichi con i fatti della storia, della scienza e della ragione l'anocronismo delle atuali posizioni preconciliari e si sarebbe avuta l'occasione di mettere a nudo chi, nascondendosi dietro parole come tolleranza e democrazia, nasconde mire egemonche sulla società italiana (sapientemente coadiuvato anche da laici che hanno bisogno di "chiese" per sentirsi parte di qualcosa), mire che un pò alla volta stanno scoprendosi come estremamente pericolose per la democrazia (quel poco che ne rimane dopo la cura liberista e il controllo della politica da parte dei poteri forti sempre più pressante e soffocante, ma soprattutto con una politica tutta ripiegata su stessa più protesa ad autoreferenziarsi che a soddisfare le esigenze dei cittadini, un'esempio gli aumenti dei senatori di 200 € al mese a fronte di un costo delal vita che per le persone comuni è soffocante) e il futuro laico del paese. A mio parere, ripeto, il Papa deve andare e parlare, ci mancherebbe altro, e dire la sua ma è anche giusto che poi lo si critichi per le posizioni assunte e le cose dette: a quel punto le critiche devono essere reciproche senza assunti di infallibilità e superiorità passate, presenti e future. Dogmi questi ultimi che la Chiesa ha asssunto come propri ma che hanno portato dolori, torture, roghi e quant'altro come appunto la vita di Giornao Bruno, Galileo e tanti altri sconosciuti hanno patito solo paerchè assumevano posizioni "eretiche" rispetto alla linea ufficiale.

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