lunedì 11 febbraio 2008

Foibe: la congiura del silenzio su una vergogna nazionale

Con le parole del Presidente della Repubblica Napolitano finalmente il Paese ripara il torto commesso sul silenzio riguardo le foibe (<-- a destra il link) e riconosce, anche se tardivamente, nei fatti il dolore dei familiari delle vittime non è stato dimenticato levando in questo modo il velo che dalla II° guerra mondiale in poi era calato su questa pagina nerissima della nostra storia così com'era stata anche taciuta l'esodo delle centinaia di migliaia di italiani da quelle terre sia verso il nostro paese che verso altri stati. Pur essendo state usate anche nella prima guerra mondiale è dopo la seconda che furono teatro di una vera e propria pulizia etnica a danno di italiani (all'inizio si credeva solo di anticomunisti ma poi si è venuto a sapere che anche comunisti vi sono stati uccisi) commessi dai partigiani titini. Già l'anno scorso le foibe erano state causa di uno scontro al limite dell'incidente diplomatico fra Italia e Croazia, risolto dopo l'intervento della UE che riconobbe all'Italia il diritto di ricordarle, per le parole usate dal nostro Capo dello Stato ma quest'anno assumono anche una valenza particolare perchè a familiari di 75 vittime sono stati consegnati diplomi e medaglie che in qualche modo attestano come il nostro paese abbia, tacendo, "coperto" questo massacro commesso in nome delal cosiddetta "raqgion di stato" e dei rapporti diplomatici con l'allora Jugoslavia. E' vero che non è mia troppo tardi ma è anche vero però che lo Stato dovrebbe non solo riconoscere i propri limiti su questa vicenda ma spingere sugli Stati che sono eredi dell'ex paese comunista per fargli riconoscere il danno causato e le perdite anche economiche, in termini di risarcimento ai superstiti, subite dagli italiani: anche quelli rimasti nella zona di capodistria e che per anni non hanno vista riconosciuta la propria identità. Non eravamo amati per come ci siamo comportati da invasori ma l'orrore della vendetta presa a freddo dopo la fine delle ostilità è stato grande quando si sono venuti a sapere i particolari e venivano confermati i racconti che gli esuli facevano. Un ripensamento e una discussione su questa vicenda non c'è mai realmente stato da parte degli storici e nemmeno nei libri di storia dei ragazzi c'è mai stato più che un'accenno ad esse: è venuto, forse, il momento che di esse si parli non solo a mò di completare e fare luce sugli angoli bui della nostra storia ma anche di comprendere il perchè di esse e le conseguenze che hanno causato nei successivi anni: soprattutto dal momento che il regime titino è miseramente crollato e al suo posto ci sono degli Stati che hanno aderito alla UE condividendone obiettivi e idealità democratiche. Siamo agli inizi di un riequilibrio dei conti che abbiamo lasciato aperti con il nostro passato? Si spera proprio di sì e non solo riguardo a questa triste vicenda ma anche rispetto ad altre finora sottaciute e valutate troppo a caldo, una per tutte: gli anni delle bombe e delal strategia della tensione.

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