sabato 2 luglio 2011

Raccontiamo la storia .... valutate voi

Quale connessione c'è fra l'agcom, il bavaglio alla rete attraverso provvedimenti amministrativi anziché giudiziari come dovrebbe essere, la7, Santoro, il terzo polo tv, la rete di comunicazioni che improvvisamente, da un giorno all'altro, tolta prima e poi ridata alla telecom la rete telefonica in nome di un servizio universale che non esiste più? Già qual'è la connessione? Proviamo a ricostruire. Se fosse vero siamo davvero tutti in pericolo in questo paese: altro che libertà e democrazia.

  1. Da tempo quelli di Agorà digitale premono e raccolgono firme per impedire che non sia l'agcom ma l'autorità giudiziaria, come dovrebbe essere in un paese di diritto democratico occidentale, a decidere se chiudere in tutto o in parte siti in rete perchè violano chissà quale copyright o abbiano contenuti non approvati ufficalmente: saremo il primo esperimento di censura in itinere del mondo occidentale; in pratica l'agcom diventerà un poliziotto per i difensori del copyright con poteri straordinari senza alcuna garanzia per gli interessati dal provvedimento. Ma come mai? Forse perché si teme che, se non si procede subito al massimo entro luglio, passata l'estate i poteri che contano possano essere meno tutelati in rete perché per i padroni, anzi il padrone dei media tv, la rete è una zona off limit e quindi se non la si controlla strettamente la situazione potrebbe sfuggire di mano in caso di cambio di maggioranza (ce li vedete quelli del pdmenoelle a fare la rivoluzione per difendere le libertà digitali viste le critiche che spessissimo gli vengono mosse, io no)? Meglio mettere tagliole subito: in modo da tutelare non tanto che so i cittadini o i bambini .... ma i grandi proprietari di copyright e, dietro di loro, i grandi media: figure che coincidono fra loro nel caso italiano data la concentrazione in pochissime mani dell'industria culturale e mediatica.
  2. ora proviamo a immaginare cosa potrebbe accadere se un giornalista come Santoro si mette a fare programmi online in streaming senza alcun controllo o direttiva o altro. In Rai era una spina nel fianco ma in rete ha praterie intere da cavalcare senz'alcun controllo governativo e sodale ad esso: che fare? Ecco allora a tambur battente il bavaglio preventivo nascosto dietro la difesa del copyright!!!!!
  3. e come mai Santoro è costretto ad andare in rete e non su la7 come tutti credevamo? C'entrerà per caso la norma prima messa in finanziaria e poi tolta che imponeva a Telecom (proprietaria delle rete fisica telefonica italiana grazie ai governi del centrosinistra degli anni '90) la dismissione della stessa rete verso una società sotto controllo pubblico (come Terna per l'elettricità ad esempio), norma che, guarda caso, sparisce nel momento in cui la7 annuncia la rottura delle trattative proprio con Santoro (chiudendo definitivamente il discorso su un terzo polo tv alternativo a raiset)?

A pensar male non sarà corretto ma difficilmente si sbaglia visti i tempi che corriamo in questo paese dove oltre ad evidenziarsi un distacco sempre più netto fra paese ufficiale e paese reale c'è anche un accentuazione di una deriva antidemocratica liberticida che finora sembra inarrestabile e che ci avvicina più ai paesi del maghreb pre-primavera che a un paese liberal-democratico quale dichiariamo ai quattro venti di essere; un cancro si è diffuso in tutte le istituzioni del paese (cancro facile da individuare se cominciamo a mettere insieme tutti i tasselli che da anni ibchieste giudiziarie e giornalistiche hanno evidenziato mettendo sotto i riflettori come, piazzando gli uomini giusti al posto giusto, un intero paese sia asservito al volere di pochi o di una persona...) senza che nella società ci siano moti d'indignazione, preoccupazione e mobilitazione tali da mettere in risalto che è in gioco il destino del paese nel quale viviamo tutti noi ....

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