lunedì 3 dicembre 2007

Chi si ricorda la definizione (è un sincero democratico ) non può che rammaricarsi di come sia errata e fuorviante e utile solo finchè tornava comoda a chi la esprimeva. Le elezioni (sulle quali pesano tante ombre) in Russia si stanno solo rivelando per quello che sono: un plebiscito a favore del nuovo Zar (un pò come in Italia i bagni di folla che vediamo in questi giorni e che ci ricordano altre cose dei bei tempi andati). Da "amico" dell'Occidente si trasformerà nel nuovo nemico da abbattere con armi nucleari (che, c'è da pensare, saranno usate stavolta visto l'estremismo USA) dimenticando che è nato sotto l'ala occidentale. In realtà la Russia sta reagendo in questo modo all'abbraccio "colerico" del liberismo dallo spirito animale che ha distrutto lo Stato che Gorbachev stava, vanamente, tentando di costruire (che sarebbe somigliato molto alle democrazie nordeuropee o sono anche quelle comuniste?) dove le aziende sarebbero state date in cogestione al cooperativismo; mentre ciò non è accaduto dato che Eltsin eliminò tutto creando una classe di superricchi che divenrtarono i veri gestori del Paese. E' il vero addio a Eltsin questo. Ed è anche la nascita di una nuova forma politica dal metodo liberale in Russia (che già fu luogo dell'esperimento comunista poi fallito, vedimao se fallirà anche questo) con la quale mascherare la democrazia autoritaria che già in America ha importanti epigoni e fautori. Si conteranno i giorni perchè anche sui giornali occidentali i vari intelleuttuali di turno sposteranno l'attenzione dal "democratico stato russo" al nuovo autoritarismo in stile liberista che lo Zar sta creando essendosi assicurata (con oltre il 60%) la maggoranza nel paese. Lontani i tempi della caduta del muro di Berlino, così come sono lontani i tempi in cui i paesi ex sovietici speravano, con il metodo occidentale, e di liberarsi non solo dell'oppressore russo ma anche della tignosa amicizia nostrana. Lontani anche i tempi degli squali della finanza internazionale che scorrazzavano per la Russia a caccia di investimenti facili: Putin sta rinazionalizzando tutto e proprio con i loro soldi. Inoltre l'enorme quantità di risorse energetiche, gas in particolare, pone questo paese in una posizione di privilegio rispetto all'Europa che rischia di diventare terreno di scontro non solo economico ma anche politico/militare (prova ne sia il silenzio con cui le nostre Cancellerie non commentano la vittoria putiniana) anche se voci sui massmedia dissonanti dall'assodante silenzio ci sono ma sono voci nel nulla con buona pace degli "interessati" amici che conta da noi. Il bello verrà ora dato che avendo in mano tutte le leve del potere cercherà sempre di più (spingendo sul nazionalismo panrusso all'interno e su una spregiudicata politica estera) di riportare il suo paese ai fasti precedenti.

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