si parla di progresso, di evoluzione, di civiltà ci ritroviamo invece in un nuovo medio evo dove conta chi si nasconde dietro il potere o vi si allea con esso.
martedì 4 dicembre 2007
Dopo elezioni russe: il mercato applaude
Si sa che i mercati (ed i finanzieri) non ragionano come persone normali ed infatti SEMBRA, e dico sembra, che i mercati vedano molto favorevolmente (a differenza dell'OSCE, degli USA e della, meno alta, voce europea) questa svolta verso una democrazia autoritaria della Russia perchè sigificherebbe maggiore stabilità e possibilità di profitti. Pur sottolineando gli squilibri, dovuti al liberismo importato di sana pianta da Eltsin e dai suoi accoliti in Russia sotto la benedizione americana e della scuola liberista (Friedman M. in testa), sociali ed economici pare che molti analisti finanziari nel chiuso delle loro stanze stiano già facendo le proiezioni dei guadagni che dalla svolta russa potrebbero derivare alle grandi società d'investimento finanziario in quel paese. Non merviglia nessuno un tale atteggiamento visto che in passato il capitale andava prorpio laddove c'erano le macerie provocate dal FMI e dalla Banca Mondiale perchè lì, soprattutto se c'erano regimi autoritari (Cina in testa ma anche Filippine, Malesia, Indonesia, Cile, Argentina ecc.), c'erano meno controllo sociale e non esisteva quella fastidiosissima cosa che era la democrazia nelle sua varie articolazioni sociali e politiche o se proprio non si poteva evitare la noia "democratica" essa era addomesticata dal liberismo in nome della libertà di mercato che comportava i soliti tagli per modernizzare il paese (li conosciamo anche qui nulla di nuovo la ricetta è la stessa, i danni uguali, chi ne soffre gli stessi e soprattutto chi ci guadagna pur cambiandone il nome era il solito dato che i politici da anni ormai si sonoschierati, anche contro i loro popoli che li hanno, laddove previsto, eletti per difendere questo ingiusto sistema di potere), e soprattutto poche tasse e costo del lavoro (caro Karl Marx quanti danni hai fatto con i tuoi concetti di costo del lavoro e di merce............ sei un vero epigono del capitalismo moderno, altro che comunismo tu hai reso ricchissimo proprio chi ti criticava) ai minimi, se non sotto, il livello di sopravvivenza con annessa precarietà e mobilità (del capitale naturalmente mica dei lavoratori i quali quando provano a spostarsi sono poco più che immigrati clandestini e da tali trattati): esattamente quello che propugnano anche qui i vari economisti e lavoristi alla moda degli utlimi anni........ triste destino per il futuro. Ma, tornando al conquibus, il punto vero è la dissonanza fra politica e finanza (mica la prima volta che accade) che sembrano trovarsi su sponde opposte: nesuna preoccupazione perchè in caso di problemi la seconda scappa via alla velocità della luce e poi batte cassa ai governi di appartenenza per la perdita subita; mentre la prima, la politica, non può fare altrimenti: se propugna la democrazia con le armi non si può rimangiare dalla sera alla mattina quanto detto per anni e, anche se sottobanco tifa per i soldi che fanno girare l'economia, quindi di fronte alla pubblica opinione (che si ritiene in guerra infinita, ma giusto lei.....) non può, come vorrebbe, nicchiare e fare sorrisoni ai soldi che arrivano nei C.D.A. delle imprese che investono in quel genere di paesi e allora ecco, nell'ordine: le "preoccupazioni"; gli "auspici"; le "speranze", ecc. in realtà tutti specchietti per le allodole (cioè noi cittadini occidentali) che li mettono al riparo da critiche e ramanzine degli intellettuali al soldo di chi a quel pasto magari non ha partecipato perchè non ci è riuscito. Nulla di nuovo sotto il sole e soprattutto nulla di meno di quello che da anni i manuali, scritti nei santuari del liberismo, di economia chiamano "libertà di mercato = liberaldemocrazia" giocando sulla ignoranza di chi legge dato che liberalismo (anche nella forma animale del liberismo) non sono conciliabili se non mettendo la democrazia nella prospettiva liberale: in pratica snaturandola e svilendola del suo vero significato ovvero "la partecipazione, più o meno diretta, del popolo alla gestione della cosa pubblica senza elitès e senza professionisti della poltrona".
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