martedì 18 settembre 2007

Finanziaria

Continua il reality sulla finanziaria... sei sempre a chiderti ora che viene fuori? La politica dei tagli (in piena sintonia con quello precedente, altro che colpo di reni degli italiani, qui ci viene il colpo della strega a tutti) si comincia a comprendere il disegno all'origine: in una parola da una mano dai (poco) dall'altra prendi (molto). E' vero se questo Governo dovesse cedere, la porta aperta ai centristi e alla voglia di inciucio diverrebbe spalancata e nulla potrebbe più fermare l'abbraccio al centro (presente e futuro) dei due poli nella loro parte "moderata"; è anche vero, però, che non si può sottacere, per pura politica di parte, le scelte che vengono operate ed i danni che si stanno facendo e si faranno con i tagli (università con zero euro, ricerca meno della Slovenia, anticipo del tfr grande torta da dividersi, sanità, scuola, pubblico impiego,) non c'è una parte dello Stato inteso come welfare e come struttura di servizi che non diventi "leggera" (parafrasando una frase di un politico che si doveva togliere la polpa dall'osso, ora ci stiamo rosicchiando anche l'osso) praticamente inesistente un pò tipo struttura americana dove a forza di tagli è bastato un'uragano a far emergere la debolezza dello Stato americano e a mandare in tilt i soccorsi, a tutto scapito di una città come New Orleans (che si stanno ricostruendo ma non com'era prima, ma come un'isola wasp). E mentre avviene tutto ciò le bordate che vengono da Confindustria (solo per citare una delle corporazioni che oggi in Italia si candidano a governo ombra e che non sono elette da tutti i cittadini ma dai loro aderenti, quindi al riparo dal giudizio dell'elettorato preso nel suo complesso) sono sempre più forti (nemmeno se fossero stati esclusi da qualcosa) anche se hanno avuto cuneo fiscale (65%), e altri benefici non da poco a mio parere in maniera immeritata visto che mentre da un lato hanno avuto profitti alti dal 90 in poi, che hanno utilizzato non in ricerca e sviluppo ma o in operazioni finanziarie o in delocalizzazioni della produzione, dall'altro non accettano una revisione minima della legge "Biagi" che consenta ai nostri figli di avere una piccolissima speranza di un futuro migliore nell'essere meno preda, senza diritti alcuno, nella necesità di lavorare di contratti che tutto sono ma non certo di un paese civile (esempio sapevate che c'era il lavoro a chiamata telefonica? se non sei a casa perdi il lavoro e che lavoro); avranno le loro buone ragioni, dovranno salvaguardare i loro interessi, fare azione di lobbying, far sentire in ogni momento il loro grido di dolore: tutto legittimo fa parte della dialettica della società, ma che vengano, poi, a dare lezioni su come dovrebbe essere il mondo, che quello che propongono loro sia la panacea di tutti i mali, questo no. no grazie

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