lunedì 17 settembre 2007

Festa di San Precario

Si è svolta oggi la manifestazione dei precari che varie organizzazioni della sinistra (quella vera, non quella liberista) hanno indetto per riportare l'attenzione su questo particolare aspetto del mondo del lavoro: così comune nelle nuove generazioni.Non starò qui a fare la storia della precarizzazione del lavoro, ma sappiamo tutti che è dal '90 che se ne parla: ricordo allora vari esponenti dell'allora sinistra che vaticinavano questa nuova forma di organizzazione del lavoro presentandola come la migliore in quanto lasciava tempo libero, dava possibilità di cambiare occupazione ampliando il campo esperienziale del giovane, evitava di "fossilizzarsi" in un singolo lavoro che durava una vita senza soddisfazioni e possibilità di cambiare, ecc,: naturalmente era un'altra epoca ed un'altra situazione. Allora il mercato era ingessato, si parlava di liberalizzazione, privatizzazione: in una sola parola "privato è bello e funziona meglio", meno Stato più mercato", "dell'utile apporto dei privati" e così via; ma la storia ha poi dato ragione alle "Cassandre" di allora, ma andiamo per ordine.Privatizzazioni: tutte quelle fatte si sono rivelate un bidone: per chi vi ha investito (soldi di liquidazioni o altro), per chi vi ha creduto, e per chi pensava che qualcosa cambiasse (esempio: Telecom si è privata ma in quante mani è passata? e gli azionisti che vengono governati da un nocciolino duro che fà e disfà; i privati operatori telefonici che sì sono entrati nel mercato ma sono appesantiti dal monopolio dell'ex azienda pubblica - quando non si sono accordati con essa per mantenere alte le tariffe - hanno dovuto sottostare alla situazione "strana" in cui un'azienda telefonica privata possedeva non solo un buon numero di abbonati ma anche l'intera rete telefonica e se volevi passare dovevi pagare per il suo uso quest'azienda sennò eri out, il tutto sulla pelle dei lavoratori ex telecom e sui cittadini, tutto dire); in una parola dal monopolio pubblico spesso si è creato come minimo un monopolio (a seconda del campo d'intervento) sennò un'oligopolio; nella P.A. non è andata meglio, da un lavoro "pubblico" si è passati ad un "lavoro pubblico privatizzato" che ha mantenuto le caratteristiche peggiori di entrambi (non sono io a dire che questa privatizzazione è fallita).Liberalizzazioni: altro fallimento. I mercati sono stati liberalizzati è vero ma senza nessun controllo esterno ed imparziale che dettasse le regole e tutte le favole raccontate si sono poi dimostrate delle balle: analizziamo. Il mercato è elettrico è ingessato dalla posizione dominante dell'ENEL; il mercato borsistico non è mai decollato se non nell'aspetto del cosiddetto "parco buoi" da spennare;le rcauto che una volta liberlizzate non hanno fato che aumentare, ma dov'è la concorrenza?; le banche che da publiche sono diventate private ma per il cittadino non è cambiato nulla; il mercato del lavoro non ha mai visto una riforma seria che sì desse mobilità lavorativa (in senso orizzontale e verticale) ma prevedesse soprattutto la rete sociale nel caso ci fosse periodi di inoccupazione fra un lavoro ed un'altro, invece, ed è quello che volevano gli industriali tutti, ha subito significato precarietà (sotto varie forme che a volte ricordano il caporalato legalizzato altre il subdolo accostamento al lavoro autonomo mentre si era, invece, dipendenti a tutti gli effetti), flessibilità (spesso diventata sinonimo di mobbing, e altro), bassi stipendi e nessuna garanzia, tutte le riforme fatte finora non ne hanno mai previsto nessuna (una per tutte i contributi pensionistici che daranno a costoro pensioni che dire da fame è un'eufemismo) ma solo cosette parziali e, anche dubbie, soluzioni, ed hanno voglia i professoroni (altra categoria ipertutelata) a dire che il mercato libero è la panacea di tutti i mali e che tutto si aggiusta se il sindacato è concertativo, il governo osserva, e gli industriali ci marciano: in realtà sulla pelle di queste persone si gioca la partita peggiore ossia quella non di portarli ad un livello pari ai dipendenti a tempo determinato, ma anzi il contrario quest'ultimi sono stati precarizzati (non tutti naturalmente molte categorie sono rimaste protette eccome se lo sono, un esempio i dirigenti pubblici e privati, i professori universitari..); e sempre sulla loro pelle si fa troppo spesso il discorso che il futuro è della loro tipologia lavorativa: no lavoro fisso, e nessuna possibilità di farsi una famiglia, e creare un futuro.Non servono discorsi ma fatti, e finora l'unico fatto è che per puro interesse di non contrariare i confindustriali (e settori sociali loro vicini) i governi succedutisi non hanno inciso il bubbone e imposta una visione che favorisse i giovani e non il profitto ottenuto attraverso la compressione selvaggia del costo del lavoro, in nome della competitività che non significa (almeno in Italia) nuovi posti ed investimenti ma solo appunto maggiori utili.

Nessun commento:

test velocità

Test ADSL Con il nostro tool potrete misurare subito e gratuitamente la velocità del vostro collegamento internet e ADSL. (c) speedtest-italy.com - Test ADSL

Il Bloggatore