sabato 22 settembre 2007

CGIL: che accade?

La dura polemica fra Cremaschi ed Epifani è alla ribalta della cronaca. Se l'esponente di punta della FIOM attacca il governo i motivi sono tanti, per prima cosa la critica implicita alla linea di Rifondazione è ritenuta morbida rispetto alle scelte che sono state fatte nella finanziaria, e gli si rimprovera maggiore incisività e una spostamento a sinistra della linea governativa e di conseguenza sia del sindacato che di rifondazione, mentre è letto come un'appiattimento quello del Segretario Generale sulla linea del centrosinistra nella parte riformista e che nei contenuti generali approvandone la finanziaria e le sue determinazioni non sono evidentemente le stesse del comune sentire di tanta parte dei lavoratori che, come molti elettori di quest'area si aspettavano una diversa redistribuzione delle risorse e degli interventi evidentemente non rispecchiandosi nella linea uficiale del sindacato. Personalmente sono molto critico con questo sindacato perchè a partire dal 1990 ritengo abbia concesso troppo ai governi di centrosinistra che si sono succeduti negli anni senza pretendere veri cambiamenti sulle linee di politica economica ed industriale in particolare mentre lo stato sociale è stato praticamente smantellato senza che ci fosse la minima discussione sul come sostituirlo con qualcos'altro di più equo redistribuendone i costi all'interno della società, ed avallando degli interventi che hanno aperto la strada a veri e propri attacchi allo statuto dei lavoratori, fatti non solo dalla destra (come era da aspettarselo) ma anche da settori importanti della sinistra (e questo ce lo si aspettava meno) e contribuendo alla nascita di quel mostro giuridico che sono i lavoratori atipici, che a parole venivano, e vengono, definiti nuovi schiavi ma poi nè nell'area del centrosinistra nè nel sindacato trova riscontri per eliminarne il fenomeno, anzi con la legge 30 è prevista una ridisegno delle professioni el'introduzione del leasing che allontana sempre di più questi lavoratori (in maggior parte giovani) da quella sicurezza nel futuro che i loro padri e i loro nonni hanno avuto. I lavoratori hanno continuato a pagare in prima persona i guasti provocati dalle suindicate politiche. Non credo nè che Cremaschi e i suoi abbandonino il sindacato nè che la CGIL faccia strappi rispetto all'attuale polemica in corso, ma registro che come nella sinistra nella sua iniziativa di riconfigurarsi come area a dispetto dei "riformismi" vari cerchi dei collegamenti sociali, anche in questo sindacato si sta evidenziando una situazione che prima o poi costringerà i suoi dirigenti a scegliere: o barra al centro e, di conseguenza diventare sindacato di testimonianza e concertazione (com'è accaduto negli USA negli anni 80), o barra sinistra con un ritorno alla conflittualità (non esasperata) e al sindacalismo vero dove in primo luogo contano gli interessi dei lavoratori poi le logiche di appartenenza politica e di corrente di pensiero che ritengo dannose perchè se è vero che il sindacato di politica deve discutere è vero pure che solo discutere non significa riflettere quelli che sono gli umori della base e perdere i contatti con la base può avere la conseguenza che i pochi diritti che ancora ci sono verrebbero persi e si ritornerebbe ancora più indietro di quanto siamo ora.

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