sabato 22 settembre 2007

Irak

Ormai nel martoriato paese "liberato e democraticizzato" dai liberatori, i morti della guerra civile non si contano più, qualunque scheggia impazzita si arma e fa strage di civili, ed è in atto una vera e propria pulizia etnica (oltrechè religiosa), una cosa intelligente da fare sarebbe quella di ritirare le forze di occupazione e far parlare le diplomazie della regione cercando, se possibile (ma molto improbabile), di farlo diventare una federazione in modo da rendere minimi i contrasti e gli scontri fra le varie tribù e confessioni, spero che anche per questo non sia troppo tardi perchè ce lo impone la corresponsabilità nell'aver distrutto un regime (come volete sanguinario e tutto) e non essere riusciti a debellare i mali di questo vaso di pandora che abbiamo scoperchiato e che con protervia continuiamo a tener aperto per puro calcolo di potere, sia politico che economico, oltre che non voler ammettere che si è fatto un'errore grossolano e pacchiano nel solo pensare che un'intero popolo storicamente diviso in etnie e tribù (nonchè in confessioni religiose incompatibili fra loro) che ha vissuto insieme solo perchè una volta creato lo Stato irakeno (che non preesisteva è una pura invenzione degli occidentali) vi è stata creata una ferrea dittatura, potesse, una volta "liberato da essa", decidere di convivere pacificamente: non ve ne erano i presupposti storici e non vi sono gli elementi concreti per affermarlo. L'unica cosa oggi da fare è fermare la mattanza continua in qualunque modo possibile e ritirare le truppe di occupazione occisdentali ammettendo che si è fatto un'errore e disponendosi a cercare quella che è la cosa migliore per quella nazione. Se non si farà così l'effetto a cascata sugli altri paesi limitrofi sarà devastante, credo, e accenderebbe un fuoco che spegnere sarà impossibile, infatti ne stiamo vedendo un'esempio in Libano ma a rischio c'è la Giordania per fare un nome, e da cui ne trarrebbero beneficio solo i signori della guerra e dello scontro di civiltà che predicano, e sperano sotto sotto, questo esito in modo da creare un'inconciliabilità che porrebbe le basi di un mondo di paura reciproca dove la sopraffazione e la violenza sarebbero le regole base della convivenza fra esseri umani: credo che sia compito dei paesi e delle istituzioni internazionali che davvero vogliono evitare questo bagno di sangue adoperarsi per far fare un passo indietro all'orologio della guerra che ora corre verso l'ora zero........

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