sabato 22 settembre 2007

Governo, Finanziaria: il gioco delle tre carte

…..continua il reality della politica, ora siamo alla puntata della Finanziaria. In cosa consiste la novità di questo Governo rispetto ai precedenti in questa fase? Novità non ce ne sono. Dal 1990 ad oggi tutti i Governi che si sono succeduti ed hanno scritto le finanziarie, hanno proposte, e fatto approvare, finanziarie lungo un percorso che ha sempre visto da un lato tagli alla spesa (sanità, pensioni, scuola, servizi, trasporti, ecc), dall’altro misure che comunque colpivano il ceto medio e medio-basso (in maggior parte coloro che o perché non sfuggivano al sostituto d’imposta o il loro reddito non sfuggiva alla determinazione del carico fiscale), e consentivano invece agli altri ceti meno numerosi ma con redditi molto alti (e di solito sottoposti alla partita iva o allo scontrino) di determinare “in autonomia” quanto pagare. Ma questo tema l’ho già affrontato in precedenti post, dove ora invece vorrei soffermare l’attenzione è sulla continuità dell’attuale rispetto ai precedenti. Infatti restringendo il campo, mentre il precedente ha agito soprattutto sulle tariffe e sulle imposte indirette (che sono “egualitarie” perché colpiscono tutti indiscriminatamente al di la del guadagnato, molto furbo davvero da parte loro) aumentandole, tagliando, come, al solito la spesa nelle materie già indicate più sopra, ma ha fatto largo uso di scudi fiscali, condoni, cartolarizzazioni, e vendita di beni immobili….naturalmente il tutto condito dalla riforma dell’irpef che ha favorito, con rimborsi della stessa, i redditi medi e medio-alti, mentre agli altri (circa il 60% della popolazione che dichiara redditi) ha dato pochissimo subito assorbito dagli aumenti previsti nel resto della manovra da ciò mi deriva che hanno determinato un’agire “CLASSISTA”. L’attuale in cosa si è discostato? Innanzitutto è ritornato nell’ambito “tradizionale” della manovra come storicamente è sempre stata fatta, poi ha iniziato con le liberalizzazioni (che come le precedenti e così come le privatizzazioni sono tutte fallite) “a metà”, poi (essendo composto da una maggioranza variopinta e composita che non l’aiuta, anzi) ha creato un “mostro” che da un lato dovrebbe aiutare i ceti medi e medio-bassi, colpiti duramente dal precedente governo, e dall’altro dare un colpo di reni alla nostra economia. In realtà, niente di tutto questo. I tagli ci sono e durissimi (università, pensioni, sanità, servizi trasporti… tutto come prima) la rimodulazione verso il basso c’è stata (anche se molto timida a dir poco) ma sarà riassorbita dall’aumento fortissimo delle imposte locali (regionali .comunali e tutte le tariffe), così come il cuneo fiscale (60% alle imprese che strepitano per il TFR ma di regali “compensativi” ne hanno avuti eccome, ancora non si capisce se si discriminerà o meno fra chi investe e chi no e chi saranno gli esclusi a priori, e 40% ai lavoratori poco più di qualche decina di euro di sconto fiscale a seconda dei redditi, una semplice boccata d’ossigeno più psicologica che reale), e altre misure “favorevoli” che non dispiegheranno effetti in quanto ampiamente compensati da, appunto, aumenti di tariffe e imposte. Dov’è il colpo di reni? Mah, forse se si parlasse di “mal di reni” sarebbe meglio. Dov’è la discontinuità? Anche questa va annoverata fra le cose immaginarie perché non c’è né mai ci sarà. Dov’è l’impulso all’economia? Boh, qui d’impulsi non se ne vedono, perché essa va, o non va, da sola (nonostante i governi che si sono succeduti negli anni). Mi sa che noi formiche dovremo continuare a portare le cicale sulle nostre spalle, ma attenzione: “anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano” ….. ogni tanto

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