Israeliani e Palestinesi ora si parlano... ?

Dopo la strage di donne e bambini il Primo Ministro Olmert ha offerto l'apertura del dialogo, con "molte cose da concedere", all'Autorità Palestinese: si apre un dialogo fra le parti in conflitto con la speranza di, almeno, di fermare la spirale delle armi da un lato e degli attacchi terroristici dall'altro: avrà contato l'elezione americana che ha privato Israele dell'Amministrazione maggiormente alleata dello Stato ebraico, avrà pure contato l'esecrazione generale degli Stati, avrà anche contato il fallimento della missione irakena degli americani (e dei loro amici), ma questo segnale va aiutato. Se si da una speranza ai palestinesi (ora chiusi nelle loro enclave come lo furno gli indiani d'america nell'espansione verso l'ovest degli USA) si spuntano anche le armi degli estremisti di entrambe le parti e il mondo può ricominciare a respirare, perchè dallo scontro di civiltà (voluto soprattutto dagli americani e dai loro alleati) questo ha avuto come conseguenza, la risposta uguale e opposta dl mondo islamico che ha visto praticamente sparire le poche voci di moderazione al suo interno e l'emergere dell'antagonismo sempre più marcato di esso nei nostri confronti, la svolta ancora potrebbe arrivare dal Medio Oriente, e se le elitès dei paesi occidentali così come quella israeliana, agiranno saggiamente la nuova Palestina al fianco, come Stato a quello Israeliano, potrebbe diventare una realtà effettiva e allontanare l'orologio delle crisi dall'ora zero: quella in cui sono solo le armi a parlare. Naturalmente farsi illusioni è fuor dal ragionare, ma il pragmatismo che osserva come da un lato Israele non sopravviverà molto e dall'altro i palestinesi saranno sempre più preda del furore estremista, potrebbe essere un ottimo orizzonte verso il quale fare convergere due popoli segnati dalla storia.