sabato 22 settembre 2007

Acqua come merce

Anche per Regione Toscana l'acqua è diventata una merce e non più un bene necessario alla vita. Infatti nonostante le molte lotte sia di partiti che di movimenti in Regione una società mista gestirà l'acqua secondo criteri privatistici che consentirnno lauti guadagni (soprattutto a spese degli utenti), tariffe in crescita costante, campo libero nella determinazione della continuità distributiva a seconda della convenienza, la esportazione dell'acqua verso altre Regioni e soprattutto nessuno che controlli l'agire burocratico/amministrativo della società. Ora come al solito qualcuno balzerà fuori e dirà che con il privato a cogestire l'erogazione sarà più efficiente, non ci saranno problemi idrici estivi, le tariffe saranno adeguate all'inflazione, il controllo pubblico sarà costante e la vigilanza sugli abusi non mancherà di colpire se si va oltre certi limiti. Scusate ma non ci credo, in alcune città toscane come Carrara gli utenti sono in lotta feroce con la locale distribuzione privatistica in quanto da indagini, denunce a accertamenti sembra emergere un quadro poco rassicurante della situazione che vede i cittadini tartassati per opere e spese che poco hanno a che fare con l'erogazione dell'acqua, ma molto hanno a che fare con le necessità degli enti comunali a casse vuote e soprattutto molto hanno a che fare con determinazioni di pezzo non basate solo sul consumo ma anche su costi a loro non imputabili: un'obiezione giusta è ma se il singolo cittadino non ha firmato un contratto con il nuovo ente erogatore perchè non ha libertà di scelta? Perchè deve sottostare a quanto gli comanda l'ente locale e non può scegliersi un'altra società o ente pubblico o privato che sia che fornisce un servizio migliore a un costo più basso? Quali interessi potenti economicamente e politicamente parlando stanno dietro alla creazione di questi monopoli in un'epoca in cui almeno sulla carta ci dovrebbe essere la concorrenza come regola base del mercato, e quindi se l'acqua è una merce perchè non deve sottostare a regole come per le altre merci? Enon è solo una particolare situazione della Toscana, anche in altre Regioni il problema sta diventando serio in quanto vede da un lato gli enti locali (e le società miste che essi creano con i privati, generalmente parti locali di multinazionali che di certo non hanno a cuore solo il bene della comunità ma anche il loro stretto profitto, gli uni per rimpinguare le casse gli altri per ricavarne utili a spese delle comunità) e dall'altro i tartassati (anche qui con disparità di trattamento in quanto i privati cittadini si vedono aumentare le tariffe mentre le attività più o meno produttive diminuirlo) che si ribellano a richieste esose (una fra tante pare che appena creata la nuova società si comincia subito con il controllo degli erogatori pretendendo bollette esosissime per consumi precedenti alla nuova gestione che teoricamente non le spetterebbero). In realtà il vero problema italiano non è almeno per il momento la mancanza dell'acqua ma la sua distribuzione in quanto la rete di acquedotti è un vero colabrodo (si stima che circa il 40% dell'acqua vada persa per inefficienza della rete, un'enormità), e inoltre molti comuni con l'acqua alla gola invece di avere il coraggio di giustificare ai loro cittadini spese folli preferiscono esternalizzare badando solo all'utile, ma è come un cane che si morde la coda in quanto queste società miste una volta avuto l'appalto la prima cosa che fanno è adeguare il costo dell'acqua alla media (senza tener conto della situazione economica del comprensorio) della regione e poi a quella nazionale e i cittadino cominciano a lottare e quindi i comuni si trovano fra l'incudine e il martello di nuovo.Ritengo che sia una vergogna nazionale il fatto della privatizzazione dell'acqua non tanto perchè sia un convinto statalista ma perchè senza questo bene gli umani muoiono letteralmente, ed un'altra vergogna è che con un Governo di centrosinistra che dell'acqua ha parlato in termini di ripubblicizzazione (grazie soprattutto al PRC ed ai movimenti) in una Regione come la Toscana, governata da sempre dal centrosinistra con una fortissima componente diessina si vada nel senso esattamente opposto all'indirizzo nazionale, prova ne sia appunto che in una delle ultime votazioni in consiglio solo alcuni hanno votato per la ripubblicizzazione ma tutti gli altri (dai DS fino alla CdL) hanno votato a favore: prevedo tempi bui.

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