sabato 22 settembre 2007

Ci risiamo....

Continua la polemica del Professor Ichino per scardinare le pochissime certezze e diritti che sono rimasti ancora in vigore nel nostro liberistico paese. Oggi sul Corriere della Sera nell'editoriale in prima pagina il Professore ha percorso un'altra tappa nella sua marcia contro i privilegi e le inefficienze nella Pubblica Amministrazione; liberista, ex Dirigente sindacale della CGIL, professore universitario (una delle categorie maggiormente protette del publico impiego del nostro paese), dopo aver attaccato nel saggio "A cosa serve il Sindacato" (che ho letto avidamente lo confesso), e aver tirato fuori un'altro saggio, e vari articoli, sugli sfaccendati del pubblico impiego (ed ha ragione ce ne sono in ragione di 1 a 3), oggi apre sulla norma costituzionale (art.97) che impone la procedura concorsuale per l'assunzione nella pubblica amministrazione, affermando che è superata e che è meglio far assumere direttamente basandosi su come poi costoro lavorano, naturalmente togliendo valore legale a diplomi e lauree; non per critica ma solo per immaginazione io già vedo nel nostro paese, dove il nepotismo è un'arte e il malcostume della raccomandazione è assurta a consuetudine, le possibilità che un giovane, senza i requisiti su esposti possa far carriera e lavorare. Come ogni innamorato del libero mercato, è chiaramente un sostenitore del laissez faire, e come tale non vede di buon occhio un'eccessiva invadenza dello Stato in materie, che, a torto o a ragione, in un paese civile "americanizzato", dovrebbero essere parte integrante del libero gioco fra domanda e offerta. Fin qui nulla di male, anzi, su molte tesi proposte non si può non essere d'accordo anche perchè è fin troppo facile, in un paese come il nostro (dove nulla funziona), puntare il dito contro qualcosa o qualcuno; e soprattutto quando poi si trovano orecchie attente nella presunta sinistra "riformista" nel centro dell'unione e nella parte non populista della CdL. Il punto però è proprio questo. In Italia dove l'egoismo di categoria (un'eufemismo per non parlare del corporativismo) porta a difendere strenuamente le posizioni conquistate in 50 anni di malgoverno della Prima Repubblica, dove lo Stato è "indulgente" con l'evasione e l'elusione, dove gira e rigira chi paga sono i soliti che hanno la ritenuta alla fonte, dove si elimina la certezza del diritto e della pena, dove la giustizia costa (e chi non può permettersela va in galera, il patrocinio gratuito è vietato), dove vengono buttati soldi nel pozzo nero dell'Alta Velocità (che in altri paesi non ha creato nemmeno un posto di lavoro in più ed anzi ha creato ed allargato differenze sociali) mentre le Ferrovie dei "mortali" sono poco sotto quelle di un qualunque paese povero e arretrato del quarto mondo (con tutto il rispetto per questi paesi visto che è la maggior parte della colpa è del mondo occidentale e delle classi locali corrotte che hanno studiato nelle università americane), dove le lobby condizionano pesantemente l'economia italiana, dove un comico non può aprire bocca perchè sennò non lavora più; dove grazie proprio alle "riforme" del mercato del lavoro si sono prodotti solo precari senza futuro e senza pensione: dove l'elenco precedente è solo a titolo informativo, ma di cose da elencare ce ne sarebbero ancora. In tutto questo quadro s'inserisce l'analisi del professore che sarebbe ovvia se il nostro paese avesse i soldi e la volontà politica di creare condizioni perchè quello che sono le sue proposte potessero essere applicate, nella maniera corretta e con un welfare da Norvegia non certo "americano", e soprattutto non con gli squali che in politica in economia e nella finanza attualmente navigano le acque della nostra società. Il liberismo nel mondo ha fatto moltissimi danni dall'America latina fino all'area del pacifico e ha acuito (se era possibile) le differenze e le condizioni di vita dei ceti più deboli, e mi chiedo è questo il disegno ed il futuro per il nostro paese? Siamo condannati a vivere in una società dove il diploma (e la laurea) non hanno più corso legale, dove lo Stato ti finanzia in parte per andare all'Università, dove la Sanità privata (con assicurazione privata è ovvio) ti cura solo se te la puoi permettere, dove oggi fai lo spazzino domani fai hamburger, dopodomani il fattorino ecc., dove se hai i soldi puoi accedere ai lavori migliori,e l'istruzione migliore te la devi pagare sennò ti accontenti di quella di base e/o vivi dell'assistenza "compassionevole" o emigri, o ti arrangi, e che società è questa? un'incubo che abbiamo già di fronte: si chiama USA, no grazie.p.s. la foto a corollario è esemplificativa della nostra futura situazione se il liberismo diventasse davvero imperante nel nostro paese

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