sabato 22 settembre 2007

Italia sempre più divisa fra ricchi, poveri e nuovi poveri

Da un'indagine della Adecco in collaborazione con OD M negli ultimi 5 anni gli stipendi dei manager sono cresciuti due volte l'inflazione rispetto agli operai ed agli impiegati i quali hanno visto avvicinarsi e di molto i loro livelli retributivi, segnalando, quindi il divario crescente sintomo di un'impoverimento generale della popolazione a fronte di un'arricchimento di una parte frazionale di essa: colpiti anche i giovani che hanno visto ridurre e di un bel pò i loro già scarsi redditi (circa -15%). Ora immagino che subito uscirà la contro deduzione che i salari di impiegati e operai (anche nella parte che riguarda i giovani) sono cresciuti oltre l'inflazione, in modo da coprire la ricerca effettuata e portare in ombra la vera notizia: nel nostro paese 3 persone su 4 vedono ridurre i margini di reddito verso il basso in una corsa all'appiattimento che nemmeno nelle repubbliche sovietiche erano riusciti a fare, anzi pur essendo vero che gli stipendi erano da fame lo Stato forniva case e un piatto sicuro, qui invece di sicuro solo una cosa che da qui a dieci anni sicuri di niente saranno coloro che pur avendo un lavoro non riusciranno nemmeno a comprarsi le noccioline. Mi aspetto che i cosiddetti partiti riformisti leggano queste notizie e comincino a riflettere sul come uscirne e migliorare le condizioni di vita di questi tre italiani su quattro sennò davvero non c'è via di uscita ci aspetta un futuro di povertà di massa dove per uno che starà bene ce ne saranno 4 che saranno, man mano, al limite della povertà fatto questo che avrebbe un'effetto destabilizzante sulla vita sociale più di qualunque idea rivoluzionaria che potesse nascere nel frattempo; si smetta di parlare di costo del lavoro, per favore, perchè storicamente in Italia è fra i più bassi del mondo occidentale; si smetta di parlare di competitività perchè non dipende dai salari se un'imprenditore esce dal mercato perchè sono altri i fattori (per citarne alcuni investimenti finanziari per aumentare il patrimonio e non migliorare le aziende, oppure niente ricerca e sviluppo, oppure ancora riconversioni industriali in cui si interviene lo Stato ma solo per dare soldi ai manger non certo per rimettere in sesto le aziende, ecc.) in gioco e quindi si smetta anche di comprimere i salari con concetti astrusi come l'inflazione programmata e/o percepita che sono una solida fregatura ( e qui è colpa anche delle organizzazioni sindacali che stanno al gioco visto che i nostri sono sindacati concertativi e non di contrattazione legati a doppio filo in relazioni industriali che poco hanno a che vedere con la difesa del salario e la ricerca di nuovi modi di produrre). Critico maggiormente i politici perchè non si fanno carico dei problemi reali della gente e preferiscono seguire le sirene del potere finanziario e delle lobby (legali per carità, fanno il loro mestiere) che li solleticano sotto il profilo della possibilità di accedere a finanziamenti per le campagne elettorali che altrimenti non avrebbero se vogliono continuare i fasti visti finora. E' soprattutto colpa delle politiche concertative se ora i salariati hanno stipendi fame, com'è è colpa di queste politiche se si da in mano a manager aziende non decotte che vanno a rotoli per cattiva gestione (senza rivalsa da parte di chi gliele ha date) senza far mancare però stipendi manageriali da favola con annesse liquidazioni: ma qui c'è un pò l'anima nera dei politici che volendosi tirar fuori dalla gestione diretta della cosa pubblica e dalle politiche industriali (è facilissimo scrivere delle linee guida economiche e di gestione lasciando ad altri il compito di metterle in pratica) hanno, come predetto da Weber, favorito la nascita di una classe depositaria del vero potere, sia economico che politico, che pur non essendo responsabile davanti ai cittadini del loro operato ne decidono i destini e la scala sociale il tutto congruamente pagato in parcelle, stipendi, consulenze da mille ed una notte: per quanto ancora pensano che si possa andare avanti non lo so, so però che prima o poi i cittadini apriranno gli occhi e cominceranno a chiedersi perchè a fronte di uno stipendio di 1000 euro al mese, di una produttività in caduta (com'è ovvio perchè perchè pochi soldi poca motivazione poco lavoro svolto), di una mancanza di prospettive migliori per il fututo proprio e dei figli (siamo la prima generazione che sta peggio dei propri padri) si debbano pagare a persone, che magari o non sanno gestire o lo fanno male, 100mila e passa euro (con stock option e altro) per svolgere funzioni senza nessuna responsabilità se sia giusto "e qualche formica comincerà ad inkazzarsi sul serio" e allora si vedranno, visto che siamo in tema, di fronte alle quali i crack argentini e le conseguenti agitazioni sociali impallidiranno: meditate gente meditate.

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