sabato 22 settembre 2007

Come ti costruisco Winston Smith

La società mediatizzata dove tutto è fonte informativa, e dove tutto è mercato delle idee ci pone di fronte ad un problema che oggi non è più rimandabile oltre: le scienze sociali hanno ormai individuato il problema, che da anni, è al centro della società postindustriale ossia la formazione dei futuri cittadini-elettori-consumatori. Solo in questo modo si potrà garantire la continuità sociale del sistema. Il punto principale è la socializzazione ossia la capacità prima di studiare i comportamenti e le influenze che fin da bamibini si ricevono dal cosiddetto "gruppo primario (famiglia ed ambiente vicino che per loro è facilmente riconoscibile", poi di fascia d'età in fascia d'età si valutano le varie influenze che il futuro cittadino assorbe e con le quali interagisce, man mano che si rapporta sial al mondo degli adulti che ai suoi coetanei. Qui il ruolo delle cosiddette "agenzie primarie" (famiglia, scuola, gruppi di coetanei, e media) è fondamentale perchè come si afferma da più parti che gli stessi non conoscano la storia istituzionale, politica, sociale del loro paese dal punto di vista nozionistico, è un problema non di primo piano, se attraverso le stesse agenzie si riesce a renderlo partecipe della società che gli sta intorno, ponendo accanto alla sua visione del mondo i "contributi" che vengono dalla interazione con essa attraverso il diluvio informativo,: questa è la socializzazione. Esempi sotto gli occhi ne abbiamo molti: infatti se vedono "Re leone" comprendono la gerarchia, se guardano i Simpson conoscono i valori e disvalori della società in cui interagiscono, se guardano i vari relity comprendono il giochi di ruolo che poi adotteranno nella società, se guardano i talk show si fanno un'idea della conflittualità interpersonale, se vedono gli spot ed i dibattiti politici (soprattutto in tempi elettorali) comprendono la competizione politica fra partiti e, rapportandoli ai valori di cui singolarmente sono portatori (ma anche i disvalori), hanno la coscienza dello schierarsi. Tutto dalle scienze sociali è stato studiato e predeterminato da quasi un 50ennio (all'inizio tali scelte così come il marketing politico erano figlie dirette della ricerca di nuove tecniche di vendita per prodotti commerciali, poi mutuate in altri campi, ma la base è questa), quello che però nessuno ha mai osservato (o volutamente o non volutamente) è come, come qualunque prodotto umano, tutto quanto sopra abbia anche un risvolto della megalia piuttosto inquietante: attraverso gli stessi studi sull'effetto dell'interazione socio-politica si possa predeterminare la scelta dei futuri cittadini alla gamma delle offerte presentate. Questo è il punto, se è vero che col nozionismo i giovani (intendesi tali la fascia che va dai 16 ai 29 anni) assorbivano una serie di concetti senza metabolizzarli e riusarli nella socializzazione una volta adulti, lo sbilanciamento all'opposto comporta per essi la "non" conoscenza dei meccanismi sociali, politici, culturali di base (nonchè la loro storia), è il vuoto lasciato da questa informazione di base non viene colmato se non da quello che si vuole fornire attraverso le "agenzie secondarie (scuola superiore, università, mondo della comunicazione, interazioni personali) porta ad un livello altissimo il tasso d'influenzabilità e di permeabilità a modelli deleteri e dannosi sia pure a lungo termine. Se poi mettiamo in conto anche la onerosità dell'accesso alle fonti di comunicazione, il ritratto è completo perchè davvero a questo punto chi ha i mezzi può avere un panorama completo davanti a sè chi invece no deve attingere alle singole informazioni di base e parziali che i media di solito danno senza poter approfondire gli aspetti più particolari: quindi come affermava J. Rifkin il problema è l'accesso ed il costo sociale e politico che la comunicazione pubblica dovrebbe fornire gratuitamente a tutti e nela quale è gravemente carente in quanto spesso le elitès al potere sono colluse con quelle economiche e finanziarie e quindi creano "un'imbuto" che non soddisfa il requisito base della moderna democrazia ossia la conoscenza perfettibile dei problemi.

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