sabato 22 settembre 2007

Satira, satiri, satire

Che cos'è la satira? Ecco cosa dice Wikipedia: "La satira è un genere della letteratura, del teatro e di altre arti caratterizzato dall'attenzione critica alla vita sociale, con l'intento di evidenziarne gli aspetti paradossali e schernirne le assurdità e contraddizioni etiche. La satira non va confusa con lo sfottò, ovvero la presa in giro bonaria. Ed ecco cosa di La Corte di Cassazione, Prima Sezione Penale, con sentenza 9246 del 2006: "(tratta anch'essa da Wikipedia) È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di 'castigare ridendo mores', ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene." Stabilito, credo, quello che sono i parametri passiamo ai fatti. Nella cultura occidentale fin dai suoi albori (magna grecia, roma, e altre culture simili) la satira è sempre stata definita, studiata, esposta e ........ perseguitata, anzi con l'avvento del Cristianesimo si riuscì a trovare il modo di vietare il riso perchè distoglieva dalla paura del Diavolo (in realtà si temeva di perdere il controllo dei cuori e delle menti delle persone), e, comunque, fino ad oggi non si contano i tentativi di "controllo e persecuzione" della satira e di chi la fa . Ma, nonostante tutto, questo genere ha continuato a prosperare e trovare nuove strade per arrivare al cuore e alla mente della gente aprendo i loro occhi e facendogli, una volta tanto, vedere il vero lato del potere, democratico o assolutistico/monarchico che sia. Orbene, si ritiene (o ritenenva) che con l'avvento di concetti quali la democrazia, il liberalismo, il pluralismo, la laicità, la libertà ecc. la satira (e chi la fa) avessero ormai cittadinanza piena almeno nei paesi che adottano questi principi (ma attenzione, primo intoppo, se scaviamo notiamo che c'è stato un primo prosciugamento di questi concetti che diventando "generalissimi" hanno perso il loro primario e fondamentale significato, e non solo io il solo a dirlo, modesto blogger, ma anche autorevolissimi studiosi di politologia, sociologia ecc. un nome per tutti il Prof. Sartori) ritenuti fra quelli che meritavano di essere iscritti anche nella Dichiarazione dei Diritti fondamentali dell'Uomo; invece non è così perchè nonostante questi principi fossero scritti a chiare lettere nelle Costituzioni del mondo occidentale (in Italia si regola e chiarisce anche la libera circolazione delleidee, la libertà di manifestazione del pensiero, la libertà individuale ecc.), la satira quando tocca i potenti prima o poi si scotta e viene messa la bando o si cerca d'imbrigliarla (un'esempio la satira "bipartisan" che cavolo significhi non l'ho capito, se non come un tentativo d'imbavagliare la mente e la creatività del "satiro" di turno, se è satira colpisce non si può stare a pensare che se colpisco A devo poi colpire B per forza, ma dove sta scritto? boh! ) e non si parla dei paesi dove vi sono regimi dittatoriali (dove che censure vi siano è assodato), o regimi religiosi, ma nemmeno si parla di paesi "moderati" (eufemismo per dire paesi dove vi è un regime pseudo dittatoriale ma essendo "nostro" amico gli concediamo il benficio del dubbio finchè, naturalmente rimane nostro amico, Irak insegna ), ma qui si parla di nazioni che hanno storia democratica lunga alle spalle, di democrazia matura, avanzati dal punto di vista economico sociale, dove i concetti su esposti sono dati per "assodati" e definitivi: insomma i paesi e le nazioni che appartengono allo stretto consesso del "migliore dei mondi possibili" di cui siamo orgogliosi cittadini e fieri che essi si facciano portatori di libertà e democrazia. E' proprio così? No, naturalmente . Infatti gratta gratta e "quando il gioco si fa duro...." ossia quando la satira comincia a dialogare apertamente ecco che appaiono gli editti di bando, le censure, le pressioni, e qualsiasi altra cosa i potenti di turno sono capaci di mettere in campo per non perdere l'alone di forza e potere, ma rispetto al passato dove non avevano bisogno di sotterfugi, oggi essi vi ricorrono per non sembrare persecutori e oppressori sia ricorrendo a pretese offese, sia muovendo pedine al loro posto che si fanno promotori di crociate verso il tal artista o comico preso di mira; ma come direte, qui? Già proprio qui, nel mondo perfettibile dell'Occidente che, mentre criticava duramente (e giustamente dico io) gli islamici per le proteste contro qualche vignetta (fra parentesi anche di cattivo gusto tutto fanno meno che far ridere), ricordate le trasmissioni tv nelle quali ognuno sparava la sua in nome di principi di comune accesso nella nostra società, non ha mosso un mignolo quando (con gli editti e quant'altro) a esserne colpiti sono stati comici "occidentali" che se la prendevano con istituzioni e personaggi occidentali, quindi con valori di base comuni fra loro: chè gratta gratta il "vizietto censorio" ci sia rimasto? Oppure che, come al solito, siamo bravi a ululare alla luna ma non vediamo che ci sta cadendo addosso una meteora?Ai posteri l'ardua sentenza. Per quanto mi riguarda continuo a dire che rivoglio Grillo, Luttazzi, i Guzzanti, quanti altri sono stati emarginati al loro posto dov'erano prima enon solo, se non si fa nulla di penalmente e civilmente rilevante, che Crozza e Fiorello possano essere lasciati in pace: preferirrei che ridere fosse ancora concesso (non siamo nel MedioEvo dicono gli ottimisti e i "terzaviisti", cha diamine ..... ma davvero?) anche per umanizzare chi forse davvero crede di essere al di sopra di tutti.

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