Nonostante sia cambiato molto, sia in America che fuori, molti si chiedono il perchè il Presidente Bush insista a mandare in Iraq almeno altri 20mila soldati (ma la cifra è maggiore, questa è una stima). A mio parere la preoccupazione vera del Presidente non è la guerra al terrorismo ma gli Arabi "moderati" primi in testa i Sauditi che molto avrebbero da dire sulla famiglia del Presidente e degli affari fatti insieme (e come dice molta parte della critica, spesso si è avuta l'impressione che molta parte della politica mediorientale americana fosse stata "concordata", o almeno senza perdere di vista, con i paesi amici, sia in politica che in affari, del golfo persico) e che più volte hanno fatto capire che se gli americani abbandonassero l'Iraq al suo destino non aspetterebbero molto ad intervenire essi stessi (e non solo in difesa dei sunniti) per evitare che gli sciiti creino il "loro" corridoio dal Libano fino all'Iran. Già sennò come si spiegherebbero lo shopping di armi (e si dice anche di missili pakistani sui quali è possibile inserire testate atomiche) fatto in Inghilterra, USA e chissà ancora dove? Israele, grazie alla irresponsabile aggressione all'Iraq, ha visto crescere la potenza regionale iraniana (che ha stretto alleanze strategiche con Russia e Cina e dulcis in fundo con la Siria) e sa che un confronto diventa nel medio termine inevitabile, ma potrebbe trovare degli inconsapevoli alleati nei paesi arabi sunniti che potrebbero fargli il favore di eliminare l'Iran motu proprio, e poi trovare l'accordo di massima con gli israeliani sulla reciproca non belligeranza. In questo modo essi impedendo che un pericoloso rivale ledesse i regimi dall'interno (già ci sono i wahabiti a crear problemi poi se ci si mettono anche gli sciiti diventa un problema davvero, no?) rimettendo in discussione gli equilibri e le alleanze e soprattutto gli affari miliardari che si stanno facendo sulle risorse della zona.
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