domenica 23 settembre 2007

Pensioni e Co.: la vittoria di Pirro della sinistra


Cosa accade nel mondo variegato della politica? Mentre c'è chi ha le prescrizioni su reati (anche se era tutto da dimostrare perché nel nostro paese vige la regola che si è innocenti fino a condanna definitiva) grazie a leggi che si è fatto fare su misura, il Governo, zoppo dalla nascita, si rode sulle tematiche scottanti nel perenne scontro fra liberisti e sinistra, scontro malcelato, che si avrà soprattutto sulle liberalizzazioni, in generale, e le pensioni in particolare. Ma perchè ritoccare le pensioni? La risposta ovvia è perchè lo prevede la Riforma Dini ossia quella legge barbara che in un colpo solo ha ridotto del 25% le nostre pensioni future mentre quelle dei nostri figli di circa il 40% il tutto in nome del risparmio e dell'equità malintesa (malintesa perchè non è per niente equa dato che al taglio nel passaggio da retributivo a contributivo si è aggiunta una bella sforbiciata anche sui rendimenti) e presentata come egoismo generazionale. Non a caso una legge fatta dal centrosinistra di allora, ossia dalle stesse persone che oggi vogliono "riformare" in senso ancora peggiorativo. Più volte ho espresso la contrarietà perchè in realtà se si separa la assistenza dalla previdenza si nota subito che i fondi pensionistici non sono malconci anzi al contrario godono di ottima salute (e se lo Stato facesse il suo dovere nel reprimere l'evasione contributiva starebbero anche meglio), cui si aggiunge gli appetiti del mondo finanziario assicurativo che alla torta del tfr ci vuole partecipare per prendere molto e dare poco (si perchè essendo la maggioranza dei fondi vincolati al mercato ci scommetto la tasca che poco prima della restituzione dei soldi il mercato andrà malissimo......). Ma è davvero necessaria la riforma? Secondo molti no. In realtà l'orientamento è quello, come al solito liberistico, di uno Stato che assicura un minimo mentre il resto è lasciato al mercato e alla fortuna: una edizione in piccolo della ownership society che tanto piace ai liberisti americani e che tanti danni e miseria creerà nella gente comune. Il vero problema e che la sinistra, o meglio il residuo della sinistra storica, non ha idee sul come mantenere lo status quo e usa l'arma soprattutto del compromesso il che significa che le riforme ci saranno anche se diluite ma comunque i danni saranno fatti e i nostri figli pagheranno lo scotto dei nostri errori. Lo stesso ragionamento si può fare sul resto delle liberalizzazioni esse ci saranno e saranno frutto di compromessi e come chi pagherà di più saranno i cittadini che si troveranno a fronteggiare corporazioni agguerrite da soli. Salvo poi, come è già accaduto per i precari, il pianto del coccodrillo quando ci si accorge che "quelle" leggi hanno danneggiato anzichè aiutare ma, come si dice in un film, "ormai è fatta" e si cerca di correggere (vedi riforma cosiddetta Biagi) sostituendo al danno la beffa. Sanità, acqua, lavoro, istruzione, tutto è privatizzato o in procinto di esserlo solo i cittadini non hanno diritto di parola nè sono consultati anche se saranno loro a pagare in prima persona e di tasca propria le fesserie dei nostri politici.

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