domenica 23 settembre 2007

Blogosfera e new media: democrazia elettronica o pericolo?


Cresce l'insofferenza per la blogosfera vista come concorrenza alle imprese editoriali che sentono minacciato il loro mercato, così come dal mondo politico che vede in esso un potenziale enorme ma che non può essere controllato appieno: e questo sia per il mainstream informativo che per il mondo politico è un pericolo. Ecco perchè dal fai da te dell'informazione (qualcuno arriva addirittura a figurare la blogosfera come un'occhiata collettiva al proprio ombelico) presto potrebbe esserci una regolamentazione e quindi una perdita della semplicità e della espressività personale tipica dei blog che progressivamente perderanno quella che è la loro originale funzione la creazione e lo scambio delle informazioni fra persone comuni senza la mediazione terza del tradizionale mezzo informativo. La rete ha sostituito la comunità del villaggio (o se vi piace il vecchio bar dove la sera davanti ad un bicchiere di vino si commentava ecc. i fatti sia del villaggio che del paese), i blog ne sono diventati il manifesto mentre le chat hanno sostituito il chiacchericcio e il pettegolezzo: tutti aspetti che se ci pensate erano comuni fino a 30/40 anni fa e che si sono perse. Quest'anarchia da fastidio al potere (sia politico che informativo) perchè sono un fenomeno non controllabile e (soprattutto quando sono in gioco potere politico e potere finanziario) impedisce di navigare nei mari degli utili e dei compromessi fra questi due mondi (collusi e/o distanti a seconda dei rapporti di forza) e che hanno da tempo perso quello che è il vero punto di contatto in una democrazia liberale: l'individuo in tutte le sue forme ed espressioni. Hanno vietato il file sharing in rete con la scusa che ledeva i diritti di autore (non avevano tutti i torti), ad esempio, ma non hanno fatto nulla nè per ridurre il costo dei cd nè investito in forme alternative di comunicazione musicale: difendono lo status quo e basta, i cittadini hanno ottemperato (almeno il larghissima parte) ma la possibilità di scambiare al di là della rete è rimasta perchè e folle per un comune cittadino comprare montagne di cd per pochi brani che interessano e si sono organizzati in motu propriu. Lo stesso dicasi della blogosfera è diventata l'espressione della gente comune che non vuole invischiarsi direttamente in temi che solo per pochi minuti al giorno può seguire, è stufa di leggere i resoconti dei quotidiani che nella maggior parte dei casi scrivono senza mordere in quanto hanno padroni che non sono editori puri ma interessi in più campi, si è organizzata dando vita al passaparola "elettronico" ossia i blog e le community. Quanto tempo passerà prima che si scateni il furore dei media tradizionali contro questa forma di comunicazione, messo sotto forma, magari, di regolamentazione? Visto come cresce il fenomeno non molto e sarà un'altro pezzo di democrazia reale che sparirà dalla società che nominalmente solo è liberale e democratica, ma di fatto è preda d'interessi (politici/finanziari) molto forti e potenti che vanno al di là del tema di perdere lettori ma molto a che fare con l'infromazione embedded e di parte che orienta ma non informa crea consenso ma non spiega, rende reale l'immaginario politico, distorce la realtà (quante notizie sono discusse ed emergono dall'anonimato solo perchè "dette" in tv o "ascoltate" alla radio?) fornedo di essa l'aspetto che serve a interessare ma mai ad informare semplicemente.

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