L'Istat oggi ha pubblicato la Relazione annuale sul reddito delle famiglie (aggiornato al 2004) italiane da cui risulta che il 50% delle famiglie vive con non più di 1800 euro al mese (attenzione però perchè è un dato "aggregato" ossia ci sono poche che guadagnano una cifra maggiore e molte una minore, tipo la storiella del pollo a testa che mangiamo ogni domenica) e fa fatica ad arrivare a fine mese; so bene che questa non è una notizia perchè noi cittadini che viviamo a stipendio fisso lo viviamo sulla nostra pelle ogni giorno; quello che però vorrei portare all'attenzione è la cosa che sta alle spalle di questa "non" notizia, ossia come i Governi dal 1980 in poi hanno affrontato questo questa issue e soprattutto se l'hanno affrontata. Già è questo il punto in Occidente e dovunque sistemi capitalisti si sono affermati e sono maturati (ma si potrebbe estendere anche ai paesi del vecchio est europeo sia quando erano a regime cosiddetto di socialismo scientifico sia ora a capitalismo spinto) è proprio il sistema che è basato sulla disuguaglianza delle condizioni economiche e sociali e sulla loro progressiva accentuazione. La politica teroicamente dovrebbe agire da moderazione e riequilibrare ma in realtà ciò non accade perchè se davvero dovessero solo cercare di risolvere in via definitiva il problema il sistema stesso in un solo giorno cadrebbe dato che le sue fondamenta hanno due presupposti: uno è il continuo crescere (a qualunque costo) l'altro è la spinta individuale al sistema dovuta alla insoddisfazione delle proprie condizioni (che poi è la naturale aspirazione del genere umano). La politica, infatti, (intesa come complesso delle forze politiche sia di maggioranza che di opposizione) comprendendo che sarebbe le propria fine se davvero cercasse solo di porre le premesse della risoluzione di un tale conflitto (essendo poi estremamente sensibile sia al potere economico che alla sua autoriproduzione tanto che si parla di classe politica come se fosse una classe sociale), provocherebbe un conflitto sociale con la classe di riferimento che maggiore potere ha nella società (un'esempio banale, in Italia solo a parlare di una redistribuzione delle tasse, e del problema della evsione ed elusione fiscale, e scoppiato un pandemonio), e quindi essendo in certo senso distorto il fine ultimo che si pone preferisce non risolvere ma operare operazioni di facciata come le varie riforme di Welfare che non risolvono il problema ma lo rendono più soft; anche perchè da un lato fa più notizia la riforma delle pensioni che la lotta contro le povertà, la seconda non porta voti perchè essendo di lungo respiro non porta nell'immediato immagine, fama e voti. Classico esempio è Reagan che durante il suo primo quadriennio presidenziale con la sua politica mirante a liberare "dall'oppressone del governo federale" i ricchi, di fatto ha allargato la forbice delle povertà già forte nella società americana (gli portò moltissimi voti la linea di favorire la deregulation che provocò la chiusura della maggior parte delle industrie manifatturiere americane mettendo sul lastrico intere famiglie e città della meddle class, eppure proprio da questa classe uscirono la maggioranza dei voti che lo portarono alla riconferma presidenziale, come mai ci si chiede ancora oggi? La risposta è una sola riuscì a convincere gli americani della meddle class che sarebbero stati meglio di prima e che erano momentanee le difficoltà da affrontare, quindi l'effetto annuncio ebbe maggiore risonanza del disastro delle politiche reaganiane sulla società (a cui vanno aggiunte anche l'appoggio delle multinazionali americane e dei media): non solo in america ma nel mondo egli è osannato come uno che avesse scoperto chissà cosa (anche dalla cosiddetta sinistra nel nostro paese) ed invece coprì di nebbia mediatica le decisioni che avrebbero portato alla sparizione proprio della "mitica" meddle class" americana.Meditate quando andate a votare in realtà non votate questa o quella ricetta per risolvere il problema ma solo l'annuncio mediatico di "fare qualcosa", nulla di più.
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