domenica 23 settembre 2007

Finita una guerra a quando la prossima?

E' finita la missione Antica Babilonia dell'Italia in Irak: che bilancio trarne? Inanzitutto a dispetto della nostra Costituzione (art.11) non siamo stati aggrediti, abbiamo subito dei morti e dei feriti, ma non abbiamo spostato di una virgola la situazione di quel paese anzi, semmai, l'abbiamo aggravata. Come tutte le guerre di aggressione (anche se a noi ci avevano detto che li si andare a liberare; che, come in Afganistan, il burqa e l'integralismo sarebbero stati distrutti; che la libertà avrebbe favorito il processo di democratizzazione e bla bla bla) si sta risolvendo in un massacro per le truppe di occupazione (tant'è che gli stessi americani stanno pensando a come scappare dal pantano in cui si sono ficcati) ed in una guerra, sanguinosissima, civile fra etnie e confessioni diverse fra i locali; ormai il vaso di pandora è stato scoperchiato e metterci le mani dentro costerà molto di più che averlo aperto: Bravi avete partecipato alla destabilizzazione di un'intera regione solo per la vanagloria ideologica di uno che non sapevo nemmeno dove fossero questi paesi sulla cartina geografica. Il mio massimo rispetto va ai morti, italiani innazitutto, ho avuto giorni di tristezza profonda dopo la strage di nassirya, ma anche irakeni che hanno pagato un prezzo salatissmo senza nemmeno aver richiesto il nostro aiuto; ma condanno senza mezzi termini la politica di aggressione fatta, e che a partire dal 1980 in poi (con guerre umanitarie o meno), ha visto il nostro paese partecipare ad azioni di cui l'unico scopo era l'essere amici di qualcuno (amicizia un pò pelosa in realtà perchè quando si è trattato di Calipari o dei morti del Cermis gli americani ci hanno praticamente preso in giro o ignorato), chiudendo gli occhi sulle tante violazioni dei diritti fatte (non ultimo l'uranio impoverito di cui non si parla più, ma di cui muoiono sia militari che civili ancora oggi, ma anche i viaggi illegali e le prigioni di paesi amici in cui la tortura è all'ordine del giorno)), e fare bella figura. Capisco che quando si va a Washington i nostri provincialissmi politici si sentono un pò come totò e peppino a milano, ma almeno se rischiassero le loro tasche lo capirei, invece questi giocano le nostre di tasche e, soprattutto, con le vite dei nostri figli il che è anche peggio direi.

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