domenica 23 settembre 2007

Altro che crociata.......

Sul Corriere della Sera a pagina 13 c'era un'intervista al Cardinale di Bologna da parte di A. Cazzullo illuminante sulla linea "politico-sociale" della Chiesa; i temi afrontati sono tanti: si va dal matrimonio dei preti ai teocons, dai PACS allo scontro di civiltà, dalla Bologna sfregiata dal Festival gay al legame unico fra il discorso di ratisbona e il viaggio del Papa in Turchia, inosmma tutta una panoramica della linea programmatica e della visione del mondo del Vaticano. Non starò qui a farvi la storia dell'articolo perchè vi comprate il giornale e ve lo leggete e ne traete le Vostre conseguenze a seconda dei punti di vista, ma piuttosto vorrei fermare l'attenzione su un'aspetto importante: non è vero che la Chiesa, solo nel nostro paese, esprime "solo" una visione morale, anzi da come escono fuori le tematiche la Chiesa è entrata a gambe tese e pesantemente nella vita politica e sociale italiana e sta cercando, nemmeno in maniera soft, di condizionare le scelte delle eltès politiche in materie che in uno Stato davvero laico non sono di sua competenza. Si perchè è questo il problema qui si sta tentando di far passare una linea di parte che condizionerà la vita di tutti noi, laici e credenti, senza che nessuno muova un dito o dica qualcosa in difesa della sperazione fra Stato e religione. Capisco che siamo la sede principale della Cristianità, capisco pure che c'è una minoranza integralista che fa di ogni parola detta e scritta oltretevere un dogma, ma un limite ci dev'essere, la elitè al potere deve potersi distinguere sennò dov'è la differenza fra sinistra centro e destra? Dov'è lo spartiacque fra i servitori politici dello Stato (nostri stipendiati) e l'influenza morale di quello che pur sempre è un'altro Stato? Non si vorrà mica, per pura paura di perdere qualche voto, far passare i concetti espressi nell'intervista come oro colato, vero? Perchè se fosse così ci sarebbe da chiedersi a quando l'inquisizione, a quando l'obbligo dello sposarsi in Chiesa, il licenziamento da qualunque lavoro se non si possono esibire i certificati di battesimo, comunione, cresima e matrimonio concordatario? Perchè stringendo questo è il problema sennò non si capirebbe perchè questi discorsi vengono fatti e nessuno li contrasta e perchè i difensori della fede in parte sono divorziati, separati, conviventi e quant'altro eppure si arrogano il diritto di dire a noi come dobbiamo essere del tipo famiglia da creare, delle preferenze sessuali, mentre chiudono un'occhio (a volte entrambi) sul fiume di sangue dei film e telefilm americani, sui modelli proposti ai giovani dalla tv, della pubblicità di prodotti che fanno diventare obesi i nostri ragazzi e così via ........ ma ce la diamo una mossa o no? vogliamo almeno far capire che ai preti tocca l'anima ma alle cose "materiali, personali ecc." è scelta nostra, ossia che siamo portatori di diritti che nessuno, nemmeno la religione, ci può togliere? Io non voglio addormentarmi in un paese, una sera, che almeno sulla carta è laico e liberale (figlio della rivoluzione francese e non come si fa capire nell'intervista dei valori cristiani) e risvgliarmi in Iran domani mattina. Anche perchè poi davvero chi è senza peccato scagli la prima pietra: le crociate non le ho inventate, così come gli eccidi del priodo della caccia agli eretici e alle streghe (genere Giordano Bruno buciato vivo, le streghe in massima parte ostetriche), oppure ancora lo svilimento operato dai prelati al seguito degli spagnoli "quando portarono la civiltà occidentale" in America latina, la negazione dell'evoluzionismo in favore del creazionismo e di Adamo ed Eva, si continua o basta?

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