si parla di progresso, di evoluzione, di civiltà ci ritroviamo invece in un nuovo medio evo dove conta chi si nasconde dietro il potere o vi si allea con esso.
domenica 23 settembre 2007
Argentina che rinasce: una lezione per noi
(Fonte Io donna, magazine del Corriere della sera, da un'articolo di Marzio G. Mian) prendo spunto dall'articolo citato in fonte per recuperare un pò di buon umore in un'Italia che non sorride più. L'Argentina, che come tutti sappiamo, grazie alle politiche liberiste (che qui da noi, fra populisti e nuova destra, ha grandi estimatori e non passa giorno che le corporazioni si dimostrano tali per gli altri e non per loro stesse) era al collasso e portata, anche da me, ad esempio di come un paese potenzialmente ricchissimo di risorse (noi lo siamo o eravamo di fantasia) potesse rovinarsi con le proprie mani per la estrema fiducia nel mercato liberistico, nei fondi che arrivavano dalle istituzioni internazionali, nella corruzione delle classi egemoni, e la prima richiesta che facevano era di tagliare e privatizzare subito sanità, pensioni, pubblico impiego, servizi, acqua, elettricità gas e chissà cos'altro, si sta risollevando con le proprie mani nonostante il populismo peronista e sinistrorso dell'attuale presidente Kirchner, contando sulle proprie forze e sulla riappropriazione (come nel resto del subcontinente latino-americano del resto) dei beni che erano stati privatizzati per coprire i crescenti debiti della politica. Un'esempio è Rosario (che fra le altre cose è la città natale di Ernesto Guevara detto "Che") che dopo la dittatura e la crisi economica e sociale degli anni precedenti, è risorta a nuova vita applicando quello che viene definito "il socialismo etico ed efficiente" nel quale tutti partecipano al bilancio municipale (compresi i bambini), tutti nelle varie assemblee fanno proposte e indicano come spendere i soldi pubblici: in una parola si è capito che la felicità della gente non è misurabile con il PIL ma con la soddisfazione delle persone che poi producono meglio e più efficientemente (in barba alle proposte liberiste in voga da noi con i vari Ichino che niente di meglio sanno fare se non proporre organizzazioni del lavoro nelle quali se uno è considerato inefficiente, anzichè indagare sul perchè, per salvare il lavoro deve indicare chi al posto suo dev'essere licenziato: immaginate altro che Irak diventerebbe l'Italia), senza i ritmi che qui c'impongono (solo per far guadagnare un'euro in più al Capo, ed in tasca di chi lavoro rimangono i centesimi) in nome di un'efficientismo tutto di facciata teso solo al mantenere appena un pelo sopra il livello di fame mentre altri si arricchiscono indecentemente. Lì no a Rosario disoccupazione, povertà, delinquenza e altro sono ai minimi storici e ogni barrio ha le proprie strutture culturali e sociali e l'economia va a mille (anche per il boom della soia). Sono questi gli esempi, se in Italia ci fosse una sinistra degna di questo nome, da seguire e proporre se si vuole evitare di trovarsi nelle stesse condizioni: si parla tanto della Cina e delle economie emergenti asiatiche, ma se non si perde questo slancio popolare il subcontinente latino-americano può dare diverse sorprese soprattutto in merito alla crescita di un nuovo sistema economico-politico-sociale da cui potremmo, e dovremmo, imparare in fretta se non vogliamo che un giorno non siano loro a venire qui a portare aiuti umanitari e a guardarci dall'alto in basso come nuovi ricchi e noi perenni poveri.
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