domenica 23 settembre 2007

Giornata mondiale di lotta all'HIV

Oggi è la Giornata mondiale della lotta all'AIDS. Nell'attesa di un vaccino la malattia nei paesi occidentali rimane sotto una costante sorveglianza (il che non significa che è debellata, ma semplicemente, passando lo Stato le cure la vita si è allungata) nei paesi ex socialisti, in Cina, nel terzo e quarto mondo continua a colpire in maniera indiscrminata falcidiando intere generazioni. Causa di ciò da un lato è la povertà delle popolazioni, la mancanza di assistenza pubblica, la pessima informazione (se addirittura la Chiesa da sempre contraria all'uso del preservativo sta cominciando a riflettere su esso significa che il problema rischia di diventare incontrollato) la mancanza di cure, dall'altro i singoli stati indebitati con il mondo tagliano spese sanitarie, non danno farmaci gratuiti, contano solo sull'apporto del volontariato internazionale e sulle opere di assistenza e beneficenza internazionali private: poco troppo poco. Se pensiamo, infine, che in base agli accordi internazionali si devono pagare i brevetti per "l'opera intellettuale" alla base della ricerca (e sono soldi) sull'HIV impedendo la nascita sia dei cosiddetti generici e di farmaci basati sullo stesso principio attivo ma di costo minore (o prodotti in paesi come l'India o non sottoposti a brevetti) di fatto condannano le popolazioni a morte sicura ed in breve tempo. E ritorniamo al punto di partenza del blog (il motivo del suo essere) se nel sistema economico attualmente egemone "tutto è merce" e di conseguenza tutto dev'avere un valore economico e chi inventa a diritto al brevetto senza eccezioni (nemmeno in casi in cui il minimo senso dell'umanità lo dovrebbe consentire in quanto a rischio è la vita umana, di nostri simili), e poi ne fai un uso anche di pressione economico-politico allora le alternative sono pari a zero; se le istituzioni economiche internazionali come prima cosa ai paesi "in difficoltà" raccomandano la privatizzazione dei servizi dell'istruzione e della sanità allora è lampante che chi ne paga le conseguenze sono i poveri e gli impoveriti (e non solo nel secondo, terzo e quarto mondo ma anche qui da noi dove la forbice si sta allargando a dismisura e le conseguenze, se solo si vuole stare ad occhi aperti e non credere alle fesserie che ci raccontano sul mercato e sulla sua bontà d'animo) a pagarne le conseguenze dirette. Sarò il solito pessimista ma se qui non si da una bella sterzata al sistema economico mondiale in senso solidaristico le rivolte, i cambi di governo ecc. diventeranno la norma e non più l'eccezione

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